Avezzano, donna rom occupa una casa popolare già assegnata

23 Mar 2016 12:35 - di Martino Della Costa

La casa popolare era vuota da tempo e quindi ha pensato bene di occuparla: in spregio ad assegnazioni ufficiali, tempi d’attesa, legge e diritti di terzi violata con una semplicità che al danno dell’insediamento abusivo unisce anche la beffa delle giustificazioni addotte in difesa dell’illecito.

Donna di etnia rom occupa una casa popolare

Una storia simile a moltissime altre documentate in questi ultimi anni, quella che arriva da Avezzano, dove una donna di etnia rom – Rosa, ventiquattrenne con padre nomade e madre romana – ha pensato bene di occupare abusivamente un alloggio popolare a perché, ha raccontato con inquietante leggerezza, «era vuoto da tempo». In queste ore, naturalmente, alla donna, mamma di una bimba di 6 mesi, è stata notificata dalla polizia municipale un’ordinanza di sequestro preventivo, firmata dal giudice del tribunale, e ha dovuto quindi abbandonare immediatamente l’abitazione, sotto il controllo di un reparto della polizia celere con un blindato.

Mentre la famiglia assegnataria va in albergo…

Dall’altro lato della barricata, in questa guerra alla conquista dell’alloggio popolare troppo spesso degenerata nel far west tra colonizzatori illegittimi e nuclei in lista d’attesa costretti a rivendicare un diritto negato e rinviato nel tempo, la famiglia legittima assegnataria della casa, a difesa della quale era intervenuto nei giorni scorsi anche il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, il cui arrivo in città, in via Piersanti Mattarella dove sorge il palazzo Ater, è previsto in giornata e dove, nel pomeriggio, all’incrocio tra via Pio la Torre e via Aldo Moro, dovrebbe partecipare a un sit in organizzato sul tema. Assegnataria dell’appartamento, allora, è una donna nordafricana, sposata con un uomo residente in un paese della Marsica, attualmente ospitata con la famiglia in un albergo grazie all’intervento generoso di un imprenditore del posto, sollecitato dal sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio. Altrimenti, va da sé, la vicenda avrebbe avuto risvolti ben più complicati e beffardi… Quest’ultimo ha già incontrato il direttore dell’Ater, Venanzio Gizzi, per programmare interventi a medio e lungo termine sulla questione degli alloggi popolari, in particolare sul furto d’abitazione.

Tra abusivi e aventi diritto

E pensare che, solo nei giorni scorsi – con il dramma in oggetto che si stava consumando già da un po’ – il sindaco aveva detto a chiare lettere che «occupare una casa è un atto incivile e illegale che va condannato, ma non bisogna associare Avezzano al far west». Ma come vogliamo etichettare il modus operando di Rosa che, per sua stessa ammissione, ha riconosciuto di essere entrata in un’abitazione non di sua proprietà, semplicemente «perché era aperta e disabitata da mesi»? Davvero questa donna ha pensato che potessero bastare a sua giustificazione l’aver prodotto alcune bollette pari zero a testimonianza che l’abitazione in cui lei si era introdotta era disabitata e che, come ha tenuto a precisare, «gli assegnatari non si vedevano da mesi»? Ma davvero – e la domanda in questo caso va idealmente rivolta alle autorità competenti – è così difficile far rispettare norme e diritti e, di contro, così facile, occupare e rivendicare titoli – in nome di un autodenuncia – inesistenti?

 

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