Esplode la rabbia contro il romeno della minicar: «Marcisci in galera»

1 Feb 2016 15:36 - di Bianca Conte

L’investitore, Alexe Danut, un quarantenne romeno, si era messo alla guida della sua minicar in condizioni psicofisiche alterate dall’alcol. Le vittime, Barbara Stepien Fiacchini, la mamma, e la figlioletta Letizia, per un caso sulla sua strada, sono state falciate violentemente mentre passeggiavano sul marciapiede: a 24 ore dal terribile incidente avvenuto nella zona di San Leo Montione, alle porte di Arezzo, madre e bambina di appena dieci, anni non ci sono più, e i loro corpi giacciono all’obitorio dell’ospedale aretino, in attesa che il pm Elisabetta Iannelli dia l’autorizzazione per fissare la data dei funerali. L’uomo che le ha investite mentre guidava ubriaco – il tasso alcolico rilevato sarebbe di quattro volte superiore al limite consentito – e arrestato per omicidio colposo aggravato, ha trascorso la sua prima notte in cella. Intanto è cominciato il lungo omaggio da parte di parenti e amici che hanno affollato l’obitorio del San Donato, dove commozione mista a una fortissima rabbia sono quasi tangibili e motivano i momenti di tensione che si sono registrati sul luogo dell’incidente e le aspre polemiche che imperversano sui social.

Esplode la rabbia contro il romeno della minicar: «Marcisci in galera»

La scena di quell’incidente violentissimo, con la minicar impazzita che sbanda e piomba violentemente addosso a madre e figlia, uccidendole, ha fatto star male il padre della bimba e un’operatrice del 118, colpiti da un malore alla vista che si sono ritrovati davanti una volta arrivati sul luogo del dramma. E al dolore, oggi, si aggiunge anche la rabbia: dagli accertamenti effettuati dalla polizia municipale, per esempio, risulta che il romeno non ha mai conseguito la patente, nonostante fosse comunque in regola in quanto in possesso del cosiddetto patentino per guidare il mezzo che stava conducendo. Nei suoi confronti la procura di Arezzo procede per via ordinaria, e l’uomo è in attesa della convalida del fermo da parte del Gip, chiesta contestualmente alla custodia cautelare in carcere. Forse, però, in un caso come questo neppure la certezza della pena potrà sedare la rabbia e placare il dolore causati da una tragedia che lascia sgomenti e che rinfocola quel senso d’impotenza che dilaga tra la gente ad ogni incidente causato da qualcuno che si mette al volante ubriaco, molto spesso uno straniero che risulta irregolare in Italia. E allora, «punire adeguatamente una persona che commette un reato così grave significa non solo mandarlo in galera buttando la chiave, ma anche rispedirlo nel suo paese e fargli scontare la pena a casa sua: la dimostrazione che in Europa siamo deboli è che ubriachi criminali hanno il diritto di venire da noi, mentre noi non abbiamo il diritto di cacciarli quando delinquono», ha detto commentando il tragico episodio di domenica pomeriggio il membro dell’esecutivo di Fratelli d’Italia e capogruppo in Regione Toscana del partito, Giovanni Donzelli, commentando il tragico episodio avvenuto in provincia di Arezzo.

Morte madre e figlia: le reazioni di Donzelli (FdI) e Salvini (Lega)

«Per noi i cittadini europei hanno il diritto di circolare liberamente, ma solo finché non commettono reati… Anche se la Romania è un paese dell’Unione Europea, chi commette reati di questo genere non deve poter più mettere piede in Italia – sottolinea Donzelli – invece sappiamo che queste cose accadono proprio perché nel nostro paese non c’è alcuna certezza della pena: questa persona deve restare in carcere, perché è un pericolo pubblico, e invece sappiamo bene che per le nostre leggi c’è il rischio concreto che l’uomo venga presto rimesso in libertà. Tutto mentre il governo ha recentemente depenalizzato il reato di guida senza patente e l’approvazione del necessario provvedimento sull’omicidio stradale è ancora una volta rimandato per la volontà della maggioranza di trasformarlo in un triste compromesso al ribasso. Sosteniamo con forza l’idea di una grande manifestazione per la sicurezza lanciata dai consiglieri comunali di Fratelli d’Italia-Alleanza per Arezzo Francesco Macrì e Giovanna Carlettini – ha concluso Donzelli – siamo stufi di vivere in un paese considerato da tutti la “pulcinella della legalità”». E a stretto giro dalle dichiarazioni di Donzelli arriva anche il tweet del leader del Carroccio Matteo Salvini, che ha commentato l’accaduto postando: «Ad Arezzo immigrato, guidando ubriaco, ha investito e ucciso una bimba di 10 anni e la mamma. Verme schifoso, spero tu marcisca in galera»…

 

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