L’Isis in difficoltà: la sua “capitale” Raqqa difesa da bambini-soldato

16 Gen 2016 18:20 - di Giovanni Trotta

L’Isis deve aver esaurito i combattenti adulti: almeno 175 minorenni sono entrati a far parte dell’Isis nei giorni scorsi e sono attualmente tra le forze impiegate nella difesa di Raqqa, la capitale dello Stato islamico in Siria. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria. Nel 2015, prosegue, sono stati 350 i minorenni dell’Isis uccisi nei combattimenti e in attentati, tra i quali 48 terroristi suicidi. L’ong aggiunge che i minorenni facevano parte dei 1.800 arruolati durante tutto l’anno nelle unità dei cosiddetti “cuccioli del Califfato”, la maggior parte dei quali di nazionalità siriana. Non è la prima volta che si apprende di bambini catturati e addestrati a uccidere dai terroristi islamici: sono infatti scomparsi nel nulla almeno quattrocento minori yazidi da un anno e mezzo rapiti dall’Isis nel nord dell’Iraq e mai più tornati alle loro madri. Molti di loro sono stati arruolati dal gruppo jihadista che li addestra come potenziali suicidi. La denuncia, che non può essere però verificata in maniera indipendente, arriva da attivisti curdi e yazidi pochi giorni dopo la nomina da parte del governo iracheno per il premio Nobel per la pace di Nadia Murad, simbolo delle donne vittime dell’Isis.

Non è la prima volta che l’Isis arruola bambini

Citati dalla Cnn, gli attivisti hanno precisato che dei 600 minori yazidi circa un terzo sarebbero riusciti a fuggire. Nelle ultime ore intanto è stata rinvenuta una fossa comune con i resti dei corpi di 40 maschi adulti della località yazida di Tel Banat, nel nord-ovest dell’Iraq. La macabra scoperta è avvenuta nel territorio di Shingal, enclave yazida tra il confine con la Siria e Mosul, la città conquistata dall’Isis nel giugno del 2014. Nella loro scorreria dell’estate di due anni fa, gli jihadisti erano riusciti a impadronirsi in poche settimane di ampie regioni dell’Iraq sunnita, tradizionalmente ostile al governo di Baghdad, sostenuto dall’Iran e dagli Stati Uniti. Nell’agosto del 2014 l’Isis era arrivato est di Mosul, investendo Tell Afar e, ancora più a ovest, la regione montagnosa di Sinjar, storicamente culla degli yazidi. Minoranza etnica di lingua curda, caratterizzata da un profondo sincretismo religioso e per secoli discriminata da gruppi dominanti curdi della regione, gli yazidi sono una delle comunità in via di sparizione del Medio Oriente. Dall’ortodossia islamica sono da secoli accusati di essere apostati. Anche per questo sono stati presi di mira con maggior violenza da parte dell’Isis.

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