Salta il presidente dell’Aifa, ha mentito sugli incarichi: è conflitto di interessi

27 Nov 2015 14:32 - di Paolo Lami

Ha giurato che non aveva conflitti di interessi. E l’ha anche messo nero su bianco firmando il 23 luglio 2014 una dichiarazione di insussistenza di inconferibilità o incompatibilità che ora sta creando enorme imbarazzo al ministero della Sanità. E che rischia di determinare perfino pesanti conseguenze penali. Sulla testa di Sergio Pecorelli, potentissimo presidente dell’Aifa, l’Agenzia italiana del Farmaco che determina i destini e i business delle case farmaceutiche in Italia, si addensano nuvoloni gonfi di pioggia.
Lo scorso 6 ottobre Pecorelli, che è anche Rettore dell’Università di Brescia, ha indicato nella ”dichiarazione pubblica di interessi” firmata da lui stesso che non vi era alcuna «partecipazione ad attività che potessero determinare il conflitto di interesse». Una bugia, purtroppo. Lo stimato docente nominato presidente dell’Aifa il 30 aprile del 2009 dalla Conferenza Stato-Regioni, svolge, invece, secondo quanto emerso dopo una serie di accertamenti interni alla stessa Aifa, attività in due Fondazioni, la Healty Foundation, e la Giovanni Lorenzini Foundation, ed è presente nell’advisory board di una società di venture capital,  la “Principia srg“, che sul farmaco ha investito fino a 40 milioni di euro. Un intrico di interessi che ha costretto la stessa Agenzia a sospendere dall’incarico  Pecorelli in vista di una prossima, e oramai certa, revoca del ruolo al vertice dell’Agenzia Italiana del Farmaco, già nelle prossime ore da parte del ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
L’indagine è partita internamente all’Agenzia dal Comitato per la Valutazione sui conflitti di interesse, guidato dal direttore generale dell’Aifa Luca Pani che vede, fra i suoi membri, rappresentanti del ministero dell’Economia, ministero della Salute e anche militari dei Nas, i Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma
Per il Comitato che ha la funzione di valutare le dichiarazioni pubbliche di interesse e impegno alla riservatezza, le cosiddette Dol, presentate dai componenti del Consiglio di Amministrazione, del Collegio dei Revisori dei Conti, dell’Organismo Indipendente di Valutazione nonché dai membri ed esperti delle Commissioni consultive tecnico-scientifiche e dai dipendenti ed esperti Aifa e da tutti gli altri soggetti coinvolti in procedure di valutazione ed attività nell’ambito dell’Agenzia, non vi sono dubbi: esiste, nel caso di Pecorelli, il massimo livello di conflitto d’interessi, quello di tipo livello 3, per il quale non è possibile svolgere nessuna attività all’interno dell’Agenzia regolatoria.
La “sentenza” del Comitato ha costretto il direttore generale di Aifa, il professor Luca Pani a prendere una decisione clamorosa e imbarazzante: sospensione di Pecorelli dall’incarico di presidente. E trasmissione degli atti al ministro per le conseguenti decisioni.
In mano ai militari della guardia di Finanza e dei Nas, che stanno già lavorando alla vicenda, ci sono ora quei documenti che comprovano l’intrico di interessi. La Healty Foundation, intanto. Pecorelli ne sarebbe a capo, secondo quanto accertato dai Nas. Il problema che la Healty Foundation avrebbe ricevuto da alcune case farmaceutiche 80 mila euro per una pubblicazione sui vaccini scritta dallo stesso Pecorelli. Cioè colui che, poi, con la casacca di presidente dell’Aifa decide le sorti delle case farmaceutiche.
Altra questione scottante che hanno in mano gli uomini dei Nas e la Finanza è quella relativa alla Fondazione Giovanni Lorenzini. Qui la questione è più sfumata ma non meno grave. La Fondazione ha lanciato una campagna per convincere le famiglie a vaccinare i ragazzi. Il punto è che i vaccini vengono prodotti dalle case farmaceutiche su cui il presidente di Aifa ha diritto di vita o di morte.
Ultimo inciampo nella carriera del professor Pecorelli è quello relativo ai suoi rapporti con Principia srg, un fondo di investimento che fiuta l’aria per capire in quale casa farmaceutica è meglio investire. E chi meglio del presidente di Aifa può dirglielo visto che è lui che decide quali farmaci possono essere immessi in commercio in Italia? Ecco allora che come consulente di Principia srg spunta proprio, guarda caso, Pecorelli. Disarcionato, ora, dalla poltrona di potentissimo presidente Aifa.

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