«Renzi, smettila di pavoneggiarti, sei indigesto»: la scuola in rivolta

12 Nov 2015 8:58 - di Franco Bianchini

“Sei indigesto”. Sul web è un fiume di ironia e anche di sfottò sul premier. «Eccolo, Renzi, si pavoneggia ancora», «stai distruggendo quel poco di buono che rimane della scuola», «ma a chi crede di prendere per i fondelli?», «le sentenze lo obbligano a fare cose che non avrebbe mai fatto e lui si fa propaganda come se fossero idee sue». Basta andare sulle pagine facebook di insegnanti e studenti, o comunque del mondo della scuola, per rendersi conto che il nuovo show di Renzi sui precari è durato giusto il tempo di andare in scena. Poi, ai primi fischi, si è ritirato dietro le quinte.

Scuola e insegnanti, Pd e Renzi mistificano la realtà

«Decantare le immissioni in ruolo come stanno facendo numerosi esponenti del Pd con le loro dichiarazioni, significa fare propaganda e mistificare la realtà». E’ quanto dichiara la Gilda, sindacato degli Insegnanti. «Non dimentichiamo che le assunzioni non sono una concessione elargita dal governo, ma un atto dovuto in seguito alla sentenza della Corte di Giustizia europea. Inoltre le stabilizzazioni portate dalla legge 107 sono soltanto una parte di quelle stabilite dalla Corte di Lussemburgo: su 200mila precari che avevano diritto all’assunzione, finora ne sono stati immessi in ruolo circa 70mila e ai 180mila previsti dal governo si arriverà grazie al turn over». Il coordinatore della Gilda sottolinea poi che «le norme peggiori della cosiddetta “Buona scuola”, come la chiamata diretta degli insegnanti da parte dei dirigenti, entreranno in vigore dal prossimo anno scolastico. Se il presidente del Consiglio e il suo partito hanno la memoria corta, ricordiamo loro che la risposta netta e unitaria del mondo della scuola alla riforma l’hanno data le migliaia e migliaia di docenti che hanno scioperato e sono scese in piazza in tutta Italia il 5 maggio scorso».

«Riteniamo incomprensibile che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, continui a vantarsi di aver effettuato delle immissioni in ruolo quando queste sono state prescritte dalla Corte di Giustizia europea con una sentenza che, in ogni caso, è stata recepita ancora solo parzialmente», ribadisce a sua volta il segretario generale dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo. «Invece di continuare a pavoneggiarsi , il premier valuti di tornare al confronto sui temi caldi del sistema dell’istruzione, a partire dal rinnovo del ccnl, oramai scaduto da troppo tempo, formulando proposte serie e che rispettino i diritti e la dignità delle professionalità della scuola italiana”.

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