Fine del giallo: Al Baghdadi non è tra i morti né tra i feriti del raid iracheno

12 Ott 2015 14:56 - di Giulia Melodia
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Fonti mediche sciolgono la prognosi: il califfo Al Baghdadi non risulta né tra i morti, né tra i feriti, del raid compiuto nei giorni scorsi dall’aviazione irachena su un convoglio nell’Ovest del Paese. Una verità che smentisce quanto sostenuto dal governo di Baghdad nelle ultime ore, secondo cui il leader del terrore sarebbe stato «portato via d’urgenza», senza però che si aggiungesse nulla su un eventuale ferimento o, di più, di un esito fatale delle misteriose sorti del numero uno dei miliziani dell’Isis…

Al Baghdadi? Né ferito, né ucciso

Non solo: in una nota, l’unità di Intelligence dei reparti militari speciali “Falchi”, aveva sottolineato come «la sorte di Al Baghdadi» non fosse ancora «chiara, e proprio perché il leader del terrore islamico era stato visto mentre veniva portato via a bordo di un veicolo» dal luogo dell’attacco. Ma a fugare i dubbi che hanno alimentato il giallo sulla possibile morte del Califfo, sono arrivate queste ultime dichiarazioni rilasciate da non meglio precisate fonti mediche e governative, che oltre a depennare il nome di Al Baghdadi dall’elenco delle vittime del raid, affermano come nell’azione dell’aviazione irachena siano stati uccisi otto membri dell’Isis, tra i quali due dirigenti: Omar al Kubaisi e Saad al Karbuli. Confermando, implicitamente, che non risulta nessuna notizia sul Califfo colpito e, addirittura, affondato. Le voci sulla presunta fine, o quanto meno, sull’ipotizzato ferimento del Califfo Al Baghdadi erano circolate all’indomani della notizia secondo cui il raid era stato compiuto contro un convoglio dello Stato islamico che stava portando diversi dirigenti ad un incontro nella località di Karabla, a ridosso del confine con la Siria. Non solo: a seguito dell’operazione militare portata a compimento dall’aviazione di Baghdad è stata anche immediatamente divulgata l’informazione in base alla quale anche la sede dove si sarebbe dovuta svolgere la riunione di cui sopra era stata bombardata. E allora? Che ne è stato del Califfo? Adesso è arrivata la risposta: che se da un lato conferma la morte, o comunque il ferimento, di «molti elementi della leadership» jihadista, dall’altro smentisce la morte di Abu Bakr al Baghdadi che –   riferiscono fonti ospedaliere citate da al Arabiya – non è tra le salme di «alti esponenti jihadisti uccisi» nell’ovest dell’Iraq.

L’annuncio della morte del Califfo: i precedenti

Del resto è da quasi un anno che presunte notizie sul ferimento o sull’uccisione di Al Baghdadi vengono diffuse. Nel novembre dello scorso anno, per esempio, il ministero dell’Interno di Baghdad affermò che il capo dell’Isis era stato ferito in un raid simile a quello di cui si è avuta notizia in questi giorni, ma in seguito però non arrivò alcuna conferma di quanto sostenuto. Dunque, anche il nome del Califfo può andare ad aggiungersi a quello di Osama Bin Laden, o del Mullah Omar, più e più volte dati per morti prima ancora che i vari decessi annunciati venissero poi regolarmente riscontrati nei fatti e confermati. E ancora nella primavera scorsa si sparse la notizia secondo cui Al Baghdadi «era rimasto ferito gravemente», addirittura «paralizzato», dopo essere stato colpito da un attacco aereo. Le congetture su chi potesse essere il successore del Califfo avevano riempito i notiziari di mezzo mondo. Ma anche il quel caso si dovette ricorrere alla smentita Quindi, dopo una serie innurevole di altri annunci e relative sconfessioni, arriviamo allo scoop dei giorni scorsi, basato sulla dichiarazione perentoria di un Isis fortemente indebolito, se non addirittura decapitato, dopo il raid aereo dell’aviazione di Baghdad al confine con la Siria. Peccato che, si apprende adesso, tra le teste cadute non ci sia quella del Califfo. Una rivelazione rafforzata a questo punto dalle dichiarazioni rilasciate da fonti ospedaliere di Karabla, una cittadina abitata da non più di 50000 persone, che hanno confermato come nel nosocomio locale siano arrivate «salme» di leader jihadisti, ma anche che tra questi corpi senza vita non ci sia – hanno detto citate dalle tv panarabe – quello di Baghdadi. Una verità che, oltretutto, azzera la rissa virtuale scoppiata su Internet tra chi accusa «gli sciiti» di aver troppo «frettolosamente gridato alla vittoria», e chi risponde puntando il dito contro «i sunniti terroristi», rei di «seminare l’odio difendendo Baghdadi».

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