Rapinatore sbruffone postava le sue foto su Facebook per trovare complici

8 Lug 2015 13:27 - di Paolo Lami

Reclutava i complici rapinatori su Facebook dove postava annunci ironici e foto che lo ritraevano anche con il fratellino di pochi mesi in braccio e una pistola in pugno o ancora mentre festeggiava l’ennesima rapina bevendo spumante.
Ma è stato proprio questa sua strafottenza e l’abbigliamento indossato in una delle foto a tradirlo: ha consentito agli investigatori di identificarlo come il responsabile di una delle rapine che avrebbe messo a segno.
E’ finita così la “carriera” di rapinatore di Rinaldo Putignano, ventunenne di Bari, arrestato dai carabinieri della compagnia Bari-San Paolo sulla base di un’ordinanza emessa dal gip su richiesta della locale Procura.
Putignano, che dovrà rispondere di almeno tre rapine a mano armata è ora piantonato al Policlinico di Bari dove si trova ricoverato in seguito alle gravi ferite riportate nel conflitto a fuoco avvenuto con i poliziotti il 19 marzo scorso quando fu scoperto e bloccato dopo aver compiuto una rapina nel supermercato Eurospin di via Accolti Gil.
Quel giorno fu ammanettato, assieme a Putignano, anche il suo complice, il diciannovenne Gennaro Valletta i cui parenti protestarono vivacemente ottenendo poi di essere ricevuti dal Questore.
Dai filmati visionati dagli investigatori, emerge, sottolineano con non poco stupore i carabinieri che lo hanno ammanettato, «un’impressionante disinvoltura nell’entrare con la pistola in pugno all’interno dei supermercati, sotto lo sguardo terrorizzato di cassiere e inermi cittadini, con figli e nipotini al seguito».
Putignano – a detta degli investigatori – «faceva rapine con la stessa naturalezza con cui gli altri facevano la spesa».
E’ stato in seguito al conflitto a fuoco nel quale il giovane rapinatore è stato gravemente ferito che i carabinieri hanno iniziato a scandagliare la vita privata di Putignano per risalire ad altre rapine commesse nella zona San Paolo. E alcune importanti conferme al fine delle indagini gli investigatori le hanno avute proprio visionando “Facebook“e quelle foto sfacciate che Putignano esibiva come un trofeo sui Social sperando di trovare così altri complici con i quali condividere le sue gesta.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *