Immigrazione, è allarme scabbia e malaria: decine di infetti nelle città

12 Giu 2015 17:48 - di Paolo Lami

Sbarcano a Milano e a Roma la scabbia e la malaria, le malattie infettive e contagiose, portate dall’immigrazione selvaggia e incontrollata. Durante le prime due ore di servizio del presidio sanitario per gli immigrati allestito alla Stazione Centrale di Milano – dalle 9 alle 11 all’ambulatorio mobile messo a disposizione dalla Regione Lombardia con Croce Rossa Italiana sono stati visitati 40 immigrati – sono state inviate 30 persone al centro Asl di viale Jenner per scabbia e altre malattie della pelle. Ma Giorgio Ciconali, dirigente del servizio igiene della Asl di viale Jenner a Milano non ha dubbi. E avverte: sono numeri che aumenteranno.
Entra più nel dettaglio Riccardo De Corato, vice-presidente del Consiglio comunale milanese e capogruppo di FdI-AN in Lombardia: «trentacinque casi di scabbia trovati in due ore di lavoro del presidio in Centrale. Poi c’è il sospetto caso di malaria. E chissà quante altre malattie. Il sindaco Giuliano Pisapia è il responsabile della Sanità a Milano, potrebbe emettere un’ordinanza sull’emergenza scabbia e su tutte le altre patologie che richiedono una profilassi». E, in effetti, un giovane eritreo che fa parte del gruppo di profughi alla Stazione Centrale di Milano è stato ricoverato all’ospedale Sacco, specializzato in malattie infettive, per sospetta malaria. Lo ha confermato lo stesso direttore del servizio Igiene pubblica dell’Asl Milano, Giorgio Ciconali. Il giovane si era messo in fila davanti al presidio sanitario allestito nell’androne esterno della stazione. Quando è toccato il suo turno il medico lo ha immediatamente fatto salire in ambulanza diretto in ospedale.

30 infettati di scabbia su 40 immigrati controllati

Per De Corato il primo cittadino «dovrebbe procedere anche con la bonifica dei luoghi pubblici, della stazione, della metropolitana e di tutti quei luoghi dove i profughi si son fermati. Perché poi non si fa anche a Milano quello che è stato fatto a Roma Tiburtina? Lì ieri circa cento immigrati di varie nazionalità, che erano accampati vicino alla stazione, sono stati allontanati dalle forze dell’ordine che hanno sgomberato la piazza. Una ventina sono anche stati fermati e portati all’ufficio immigrazione per l’identificazione. Pisapia lo chieda anche in Stazione Centrale».
Casi di scabbia anche a Roma, fra gli immigrati ammassati alla stazione Tiburtina, un gioiello architettonico divenuto ora bivacco dei rifugiati. Una situazione drammatica di fronte alla quale la Croce Rossa allarga le braccia costretta a fare i conti con numeri incredibili e con un emergenza mai vista prima grazie alle politiche di accoglienza a tutti i costi messe in campo dal duo Renzi-Alfano.
«La situazione è drammatica – ammette Flavio Ronzi, presidente della Croce rossa di Roma – perchè il centro di via Cupa, dove si sono riversati gli immigrati allontanati dal piazzale della stazione Tiburtina, non può contenerli tutti. Ieri sera tra noi e altre associazioni abbiamo distribuito complessivamente 700 pasti: la fila per mangiare arrivava fino al Verano».
«Stiamo facendo circa 100 visite al giorno – rivela Ronzi – gli immigrati hanno principalmente ferite o segni di torture che hanno subito durante il viaggio come per mozziconi di sigarette». Un neonato con la febbre è stato portato in ospedale ed è stato riscontrato qualche caso di scabbia, trattato dai volontari sul posto.
«Per stasera siamo pronti a distribuire nuovamente i pasti e a continuare con le visite. Ci auguriamo – avverte Ronzi – che a breve venga individuata una struttura idonea a ospitare queste persone e anche in quel caso la Cri è pronta a fare la sua parte».

Aumenta il numero di immigrati che arrivano dai Balcani

Ma già si annuncia un’altra emergenza immigrazione. Non c’è, infatti, solo il mar Mediterraneo come via per arrivare in Europa. Un numero sempre maggiore di profughi e immigrati  arriva in Europa e in Italia attraverso i Balcani occidentali: uomini, donne e bambini spesso camminano per giorni, alcuni di loro sono esposti a violenze e abusi, o incidenti lungo la ferrovia. La denuncia arriva dall’Unhcr, che esprime preoccupazione per i rischi crescenti che corrono queste persone, percorrendo quella che è ormai conosciuta come la “rotta dei Balcani occidentali”. Alcuni chiedono asilo, altri proseguono il loro cammino. Fra il 2012 e il 2014, rende noto l’Unhcr, il numero di persone per le quali è stata registrata l’intenzione di chiedere asilo nei Balcani occidentali è passato da 5.000 a 20.000. Finora nel 2015, i numeri sono aumentati ulteriormente, con oltre 22.000 domande di asilo presentate in Serbia solo nei primi cinque mesi dell’anno, un aumento di sei volte rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Quasi 10,000 nuovi richiedenti asilo sono stati registrati dalle autorità nel solo mese di maggio. Le autorità e la società civile in Serbia meridionale sono attualmente sotto pressione per fornire aiuti umanitari di base, registrare e dare alloggio ai 200 richiedenti asilo circa che ogni giorno si rivolgono a loro chiedendo aiuto, dopo aver attraversato il confine dalla Macedonia. L’Unhcr stima che un numero almeno uguale di persone potenzialmente bisognose di protezione internazionale ma che non si è registrata abbia attraversato la regione in maniera irregolare mettendosi nelle mani dei trafficanti. La stragrande maggioranza cerca di raggiungere l’Europa occidentale entrando in Ungheria. La maggior parte di coloro che utilizzano questa rotta provengono da Paesi come Siria, Afghanistan, Iraq, Eritrea e Somalia. Passano principalmente per la Grecia, e con il recente aumento degli arrivi via mare in questo paese è da aspettarsi che il numero di persone che percorre questa rotta aumenti ulteriormente.

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