Delrio la spara grossa: “Dobbiamo usare le armi contro gli scafisti”

25 Giu 2015 7:47 - di Redazione

“Il governo con il presidente del Consiglio ha avviato un’azione mai fatta prima: ha imposto all’Europa di farsi carico del problema del confine meridionale. Ma questo fenomeno è possibile affrontarlo solo se l’Europa agisce come Europa. Non è possibile affrontarlo affidandolo ai singoli Paesi, perché l’Ungheria tira su un muro e l’Inghilterra dice «sono cavoli vostri». Dal punto di vista dell’organizzazione e dell’accoglienza dobbiamo fare di più. Quindi, sul punto, io faccio autocritica: abbiamo pochi Comuni nel sistema di accoglienza. Voglio dare una notizia: gli immigrati che arrivano via terra dal confine orientale sono molti di più di quelli che arrivano via mare. La differenza sta nel fatto che non vediamo i barconi e non vediamo i morti, però le tragedie succedono lo stesso. E sono migliaia e migliaia di più rispetto a quelli che arrivano da Sud”. Il ministro Delrio intervistato da Panorama sfata qualche mito politicamente corretto.

Delrio: da Est arrivano più immigrati che da Sud

Bisogna guardarsi negli occhi e dirsi che dobbiamo risolvere questi problemi alla radice: con i campi di accoglienza nei Paesi da cui partono, con filtri efficaci sul nostro Paese magari «governati» insieme all’Europa. Per esempio, e dico la verità, io non sono per niente d’accordo nel proporre il blocco navale, lo ritengo sciocco. Perché il blocco navale non esiste. Il blocco navale nella legislazione internazionale è dichiarazione di guerra. Quando un barcone arriva sotto una nave militare hai due scelte: o lo affondi o presti soccorso. Siccome affondarlo non puoi, lo devi soccorrere perché, in base al diritto internazionale, quando una persona ti chiede soccorso lo devi fare. Punto.

“Lecito anche sparare a tutti coloro che fanno commercio di carne umana”

Quindi il problema vero è che l’Europa faccia l’Europa anche ai confini meridionali con politiche precise. E che l’Onu faccia l’Onu dicendo chiaramente: in Libia adesso mandiamo una forza di interposizione, facciamo lì i campi di accoglienza e di selezione individuando chi veramente può godere dello status di rifugiato e facciamo una guerra dove al limite è lecito anche sparare a tutti coloro che fanno commercio di carne umana. E cioè agli scafisti: quelli vanno arrestati e con quelli va usato il pugno di ferro, non nei confronti di coloro che scappano dalla miseria e dalla guerra. Questo è un punto centrale. A chi la guida della missione? Io sono dell’idea che questa operazione debba essere portata avanti dall’Onu. L’Onu deve aiutarci a organizzare questi campi. Ma io dico di più: se ci fosse anche un’iniziativa dell’Europa in termini di organizzazione dei campi di accoglienza presso i Paesi che lo accettano, come Egitto o Tunisia, sarebbe un accenno di risposta. Non possiamo solo soccorrere la gente in mare: dobbiamo provare a fare un filtro anche in Africa e provare ad organizzare un minimo di assistenza in loco.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *