Follia in provincia di Roma: accoltella nel sonno moglie e figlia di 6 anni

16 Mag 2015 12:10 - di Carlo Marini

Ha ferito a coltellate nel sonno la moglie e la figlia di 6 anni. E’ accaduto nella notte a Tivoli, vicino Roma. La polizia ha fermato il padre, un uomo di 49 anni. A quanto ricostruito finora dalla polizia, avrebbe tentato di uccidere la figlia di 6 anni e la moglie di 44 con diverse coltellate. Dalle prime informazioni pare non siano in pericolo di vita. La donna ha riportato ferite superficiali mentre la bambina, trasportata dal 118 all’ospedale di Tivoli in codice rosso, avrebbe un polmone perforato. A quanto ricostruito, è accaduto intorno alle 6.45 quando il padre della bimba e marito della donna è entrato nella stanza dove stavano dormendo e le ha accoltellate più volte.  Sono attualmente in corso accertamenti nell’appartamento di Largo Saragat da parte della polizia che sta raccogliendo gli elementi utili a formalizzare l’imputazione per l’uomo, attualmente a disposizione dei magistrati per tentato omicidio. L’uomo, che soffre di depressione, da tempo dormiva separato dalla moglie.

L’ultimo dramma della follia a Napoli

Questo di Tivoli è solo l’ultimo dramma della follia in ordine di tempo. Venerdì mattina, dopo una lite per dei panni stesi ad asciugare, un infermiere di 48 anni ha ucciso a colpi di pistola la cognata, il fratello, un ufficiale della Municipale che aveva tentato di fermarlo e un fioraio che percorreva la strada in scooter; ferite altre sei persone: un carabiniere, un altro vigile e altri due passanti. Un infermiere appassionato di armi e di caccia. Freddo, silenzioso, introverso. È il profilo che emerge di Giulio Murolo, 45 anni, celibe, incensurato, autore della strage. In casa deteneva fucili da caccia ed altre armi, tutte regolarmente denunciate. Con il fratello, Luigi, 52 anni, e la cognata Concetta Uliano, 51, i rapporti erano pessimi. La coppia, che aveva due figli minorenni, viveva nella stessa palazzina a due piani. In comune con l’abitazione dell’infermiere c’era un ballatoio. E proprio un filo per i panni steso sul ballatoio sarebbe stata la miccia che ha fatto scattare la strage. La personalità dell’infermiere, che lavora nel reparto di chirurgia toracica, dell’ ospedale “Cardarelli” è ancora da decifrare. «Mai ricevute segnalazioni negative sul suo conto -ha detto il direttore sanitario dell’ospedale Franco Paradiso – non lo conoscevo bene».

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