Il film della tragedia al tribunale di Milano comincia alle 9,19…

9 Apr 2015 21:19 - di Redazione

E’ cominciata poco prima delle 11 la giornata ‘nera’ del Palazzo di Giustizia di Milano dove Claudio Giardiello, imputato per bancarotta, dopo aver eluso i sistemi di sicurezza, con la sua Beretta calibro 9X21, ha ucciso il giudice civile Federico Ciampi, il suo ex difensore, l’avvocato Lorenzo Claris Appiani, un suo coimputato Giorgio Erba, e ha ferito gravemente l’altro suo coimputato Davide Limongelli e ha gambizzato il commercialista Stefano Verna.

Le fasi della sparatoria al Tribunale

Secondo la ricostruzione degli inquirenti dalla sparatoria all’arresto di Giardiello, bloccato dai carabinieri a Vimercate (Monza e Brianza), è trascorsa circa un’ora.  Una ventina i minuti del terrore nel Palazzo di Giustizia.

ORE 9.19: Le telecamere di sorveglianza riprendono l’uomo in giacca e cravatta che, dopo aver parcheggiato il suo scooter in via Manara, entra in Tribunale mostrando un documento, si ipotizza un tesserino di riconoscimento, a una delle guardie giurate che presidiano l’ingresso riservato solo a magistrati, avvocati, e personale amministrativo, e quindi sguarnito di metal detector.

ORE 10.45 circa: Giardiello, in aula alla seconda sezione penale come imputato per la bancarotta della Immobiliare Magenta, società di cui era socio di maggioranza, ha un diverbio con il suo difensore il quale voleva rinunciare al mandato.

ORE 10.50: Giardiello estrae la pistola dalla tasca e spara ai suoi due coimputati non molto lontani da lui: Giorgio Erba muore quasi subito, l’altro, Davide Limongelli, rimane gravemente ferito. Poi punta la pistola verso l’avvocato Lorenzo Claris Appiani, suo ex legale che si apprestava a testimoniare e lo uccide. Un testimone ha raccontato che avrebbe ‘puntato’ la rivoltella anche verso il pm d’udienza Luigi Orsi, il quale, rifugiatosi nella stanza dedicata alla camera di consiglio insieme al collegio presieduto da Teresa Ferrari da Passano, ha dato l’allarme chiamando il procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati.

ORE 10.55: Giardiello, dopo essere fuggito armato dall’aula, scende lo scalone del Palagiustizia dal lato via Manara e tra il primo e il secondo piano incrocia casualmente il commercialista Stefano Verna, incaricato di occuparsi del fallimento della Immobiliare Magenta, spara e lo ferisce alle gambe.

ORE 11.05: Giardiello sta per uscire dal palazzo di Giustizia ma poi ci ripensa e torna indietro. Risale le scale, raggiunge il secondo piano e si dirige verso l’ufficio del giudice civile della sezione imprese Fernando Ciampi, il magistrato che nel marzo del 2008 era nel collegio che dichiarò il fallimento della Immobiliare Magenta. Apre la porta a spara due colpi al giudice: uno all’inguine e l’altro alla scapola che gli trapassa il corpo fino al collo. Ciampi, che era in stanza con una cancelliera per cercare di sistemare un problema tecnico al suo computer, muore sul colpo. Nel frattempo il Palagiustizia viene evacuato. Fiumi di persone, nel panico, cominciano a correre verso le uscite, alcuni magistrati si chiudono nelle aule o nelle loro stanze, mentre carabinieri e poliziotti iniziano una vera e propria caccia all’uomo. Giardiello è però riuscito ad uscire dal Tribunale, forse confondendosi tra la gente, e a fuggire in sella al suo scooter. Verso mezzogiorno viene arrestato dai carabinieri a Vimercate.

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