In Francia vince la destra di governo. Una lezione per il centrodestra italiano

23 Mar 2015 18:49 - di Italo Bocchino

In Francia le elezioni dipartimentali hanno certificato la vittoria della destra di governo, dell’Ump nuovamente guidato da Nicolas Sarkozy e alleato con i centristi. Il centrodestra ha vinto al primo turno e si prepara a sbancare al ballottaggio, mentre i socialisti del presidente François Hollande crollano e arrivano terzi dopo il Front National di Marine Le Pen, che sfonda numericamente arrivando a toccare il 25%, ma ancora una volta si ritrova con i voti in frigorifero e all’opposizione. Il voto francese deve far riflettere anche in Italia per almeno due ragioni. La più importante è che l’area alternativa alla sinistra conta sul consenso di oltre la metà dei francesi, così come accade in Italia. Quest’area, però, è irrimediabilmente divisa tra chi vuole allargare al centro, vincere e governare (Ump e Sarkozy) e chi preferisce la deriva populista per massimizzare il risultato elettorale pur sapendo che alla fine non riuscirà a governare (Le Pen). L’ex presidente della Repubblica ha riconquistato il partito e per vincere lo ha spostato a destra avvicinandolo alle posizioni del Front National, soprattutto in tema di identità nazionale e lotta all’immigrazione.

La destra di governo francese come modello in Italia

I risultati francesi servono da lezione al centrodestra italiano, che ancora farebbe in tempo a ritrovarsi unito visto che il solco tra la destra di governo (Forza Italia e Area popolare) e quella più antagonista (Lega Nord e Fratelli d’Italia) non è così profondo come in Francia. Per vincere serve un programma costruttivo di governo, serve un solo centrodestra e non due destre, serve una coalizione sempre alternativa alla sinistra e non a corrente alternata come nel caso di Ncd e Udc. Le elezioni regionali potrebbero essere un primo passo per avviare una convergenza, dopo serve un lavoro per il programma comune. La coalizione anti-Renzi di Matteo Salvini e Giorgia Meloni ha il pregio di essere coerente, chiara e netta, a differenza della confusione di chi è di centrodestra e governa con la sinistra o di chi come è diviso tra filo-renziani e anti-renziani. Questa coalizione può diventare la fortuna o la disgrazia del centrodestra: sarà la fortuna della coalizione se costringerà Berlusconi, Alfano e Casini ad avere una linea più netta contro Renzi e la sinistra, spostandoli anche programmaticamente su alcuni temi, quali immigrazione e sicurezza. Sarà invece la disgrazia se dovesse portare alla nascita di due destre come in Francia, condannando probabilmente entrambe all’opposizione.

Anche in Italia serve la nascita di un soggetto come l’Ump

L’altra grande lezione che viene d’oltralpe è la necessità di far nascere in Italia un soggetto di centrodestra moderato e di governo simile all’Ump, che sia un partito o una federazione o un’unione, capace di unire da Berlusconi a Fitto, da Alfano a Casini e a quegli elettori che a suo tempo scelsero Alleanza Nazionale come forza moderata di governo e che oggi – a differenza di altri elettori che votavano An – non si riconoscono nella destra populista e antieuropea. A quel punto le due aree del centrodestra potrebbero trovare una sintesi tra europeisti acritici e antieuropeisti, tra estremisti e tolleranti sul tema dell’immigrazione e fare il miracolo di dar vita ad una piattaforma programmatica che torni ad essere maggioritaria, vincente e di governo. E’ questa la vera scommessa del centrodestra italiano.

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