I centri sociali si coprono di vergogna: insulti alla memoria di Almirante

30 Mar 2015 16:09 - di Redattore 89
almirante

Non sono riusciti a far saltare il convegno e così hanno cercato di rovinarlo. Ma anche in questo hanno fallito. Gli antagonisti di Trento si sono nuovamente scagliati contro l’incontro in memoria di Giorgio Almirante, promosso in occasione del centenario della nascita, anche alla luce del legame particolare che lo legava al territorio e che è stato ripercorso nel libro Giorgio Almirante e il Trentino Alto Adige.

Il precedente

Il convegno è lo stesso che si sarebbe dovuto tenere il 12 dicembre, ma che saltò quando il fronte antifascista cavalcò pretestuosamente la coincidenza con l’anniversario della strage di Piazza Fontana e la Regione fece marcia indietro ritirando la concessione della sala. Stavolta non c’era “scusa” a cui appellarsi e il convegno si è svolto regolarmente, per altro con grande partecipazione. Agli antagonisti, dunque, non è rimasto che percorrere la strada che sono soliti imboccare in queste situazioni: tentare di far saltare l’appuntamento con l’intimidazione. E dunque è stato convocato l’immancabile corteo antifascista, che è arrivato fin davanti alla regione, dove si stava svolgendo l’incontro organizzato da Alessandro Urzì, Claudio Taverna e Cristiano de Eccher, con il patrocinio della Fondazione Alleanza Nazionale.

Le farneticazioni degli antifascisti

Davanti alla sede della Regione gli antifascisti, una cinquantina in tutto, hanno trovato un imponente presenza delle forze dell’ordine e l’unica cosa che sono riusciti a fare è stata imbrattare la facciata del palazzo con della vernice rossa, «come il sangue dei partigiani uccisi da Almirante», è stata la farneticante rivendicazione che hanno affidato a una loro pagina web. «Più che antifascisti, direi che erano sono i soliti sbandati dei centri sociali, che qui comunque sono piuttosto attivi», ha commentato Urzì, chiarendo che questo episodio conferma come a dicembre la coincidenza del convegno con l’anniversario della strage di Piazza Fontana fosse «solo un pretesto», una strumentalizzazione.

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