È la Campania di Caldoro la vittima designata del patto FI-Lega

10 Feb 2015 14:09 - di Giacomo Fabi

È la Campania guidata da Stefano Caldoro la vittima designata della rinnovata intesa Berlusconi-Salvini. Il patto tra i due, infatti, prevede che nel futuro centrodestra ci possa essere spazio per Giorgia Meloni ma non per Angelino Alfano. Il quale, tuttavia, non se ne starà con le mani in mano. I suoi  “colonnelli” in Campania, infatti, hanno già notificato a Caldoro che non continueranno a sostenerlo se nella coalizione figurerà anche il Carroccio.

Alfano pronto a stringere accordi nelle Regioni con Renzi

Una richiesta a prima vista incomprensibile se si considera che difficilmente il simbolo di Alberto da Giussano riuscirà a sbarcare sotto il Vesuvio. Potrebbe essere però quello di ”Noi con Salvini”. Il Ncd, in realtà, agita un tema nazionale specularmente opposto a quello sventolato dalla Lega. Ognuno pone come condizione per tornare in coalizione l’estromissione dell’altro, perché entrambi aspirano a riposizionarsi. Il Cavaliere ha già scelto, tanto è vero che lunedì ad Arcore ha stabilito nei minimi dettagli i termini della rinnovata intesa con Salvini. Per tutta risposta, lo “scaricato” Alfano ha ripreso a tessere il filo con Renzi, non escludendo che l’accordo che ora regge il governo nazionale possa essere esteso anche alle regioni che andranno al voto a primavera.

Il Ncd pronto a sostenere Nicolais contro Caldoro

E qui il discorso cade sulla Campania, dove nel Pd è in corso una pantomima tra chi, come l’europarlamentare Andrea Cozzolino ed il sindaco decaduto di Salerno Enzo De Luca si dicono disposti ad immolarsi al grido di “primarie o morte” ed il partito romano che le primarie le ha già rinviate due volte e non proprio celebrarle. Propriuo in queste ore sta infatti prendendo quota la candidatura di Gino Nicolais, già ministro per l’Innovazione nel governo Prodi ora presidente nazionale del Cnr ma soprattutto un moderato che il Ncd potrebbe sponsorizzare ad occhi chiusi. Il partito di Alfano è accreditato in Campania di un buon 5 per cento che potrebbe rivelarsi determinante per la vittoria di un centrosinistra unito. Dovesse realmente accadere, sarebbe la fine del centrodestra di governo nel Mezzogiorno.

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