Giorgia Meloni: «Ora buttiamo giù il Muro di Bruxelles»

9 Nov 2014 12:33 - di Redattore 92

Un simbolico abbattimento del Muro 25 anni dopo, insieme ai giovani militanti di Fratelli d’Italia. Un Muro che stavolta rappresenta nuovi ostacoli alla libertà dei popoli come le oligarchie europee, il mondialismo e il signoraggio. Con questo evento si è chiusa la due giorni promossa dalla Fondazione Alleanza nazionale “Oltre il muro”. Sul palco allestito davanti alla Regione Lombardia la leader di Fdi-An, Giorgia Meloni, che ha ribadito la necessità di uscire dall’euro («Bisogna avere il coraggio di tornare indietro») ha pure annunciato che lunedì alla Camera dei deputati presenterà una mozione per chiedere le immediate dimissioni del presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, dopo lo scandalo dell’elusione fiscale in Lussemburgo, proprio nel periodo in cui era premier.

Il discorso di Giorgia Meloni

«Questa tradizione vede da quindici anni Milano protagonista. Ogni anno abbiamo voluto ricordare la data del 9 novembre 1989. Nel corso degli anni, però, è cambiata la prospettiva. Quando il muro di Berlino è caduto si era aperto un sogno di libertà per un’Europa dei popoli. Oggi, purtroppo, abbiamo davanti agli occhi un’ Europa diversa da quella che abbiamo sognato. Vi ricordate quando manifestammo perché l’Unione europea riconoscesse il valore delle radici cristiane nell’Unione europea? Non era una campagna confessionale, ma ideale.  Perché non esiste un’Unione se non esiste una unione di intenti, se non c’è solidarietà tra le nazioni. Nel momento in cui abbiamo negato le nostre radici, le radici cristiane comuni, era evidente che rimanessero in comune tra questi Stati solo ed esclusivamente gli interessi. Oggi dobbiamo Non abbiamo un Ue che fa gli interessi di tutti. Ogni nazione fa solo i propri interessi. Prendete la Germania: non fa gli interessi della Ue. E così fa la Francia e così fanno le altre nazioni. Il paradosso? Curiosamente noi siamo l’unica nazione che non si occupa dei propri interessi. Prendete la questione dell’immigrazione, la solitudine davanti alla quale l’Italia è stata abbandonata come se non fosse una questione e un’emerganza continentale. Vi ricordo che secondo gli accordi di Dublino, un richiedente asilo deve essere accolto nella prima nazione in cui arriva, ma non può farlo nelle altre nazioni Ue. Una condizione che evidentemente ci penalizza. Il nostro governo dovrebbe battere i pugni sul tavolo non lo fa. Un governo serio dovrebbe dire a Bruxelles: “O si rivedono gli accordi di Dublino o si crea un cordone umanitario che porta gli immigrati direttamente in Germania”.

La Ue è nata da una struttura oligarchica

«L’ultimo esempio di un’Europa che ci penalizza è quello rappresentato dalle acciaierie di Terni. Voi avete visto cosa è successo. A Terni gli operai del settore siderurgico non rischiano il loro posto perché non sanno fare il loro lavoro. Sono infatti all’avanguardia nella siderurgia, ma dipende dall’Unione europea. Dopo che le acciaierie di Terni sono state privatizzate e svendute ai tedeschi grazie a Prodi, la Thyssen Group ovviamente  ha licenziato in Italia, anziché farlo in Germania. Non solo. La Ue ha pure bloccato il gruppo finlandese che stava comprando le acciaierie di Terni e che avrebbe salvato tutti i posti di lavoro. Oggi ci vuole qualcuno che vada a rovesciare qualche tavolo alla Commissione europea. Altro esempio? La Ue fa gli accordi col Marocco sull’importazione delle arance rosse mortificando la nostra produzione. Va ricordato pure che dei 159 miliardi di euro che in dieci anni abbiamo dato alla Ue, noi ne abbiamo rivisti solo 104. Per la Ue siamo le galline dalle uova d’oro. E’ il momento di avere il coraggio di tornare indietro. Questa Ue non poteva funzionare perché è nata come struttura oligarghica, perché abbiamo spogliato gli stati nazionali del loro potere e abbiamo trasferito tutto a degli oscuri signori. Va detto pure che perché ci sia sovranità politica ci deve essere anche sovranità monetaria. Dobbiamo avere il coraggio di dire che l’euro è stato un fallimento. Tutti i dati empirici ci dicono che questa moneta ci ha fatto male e che l’euro è stato un fallimento. L’unica ad averne avuto giovamento è stata la Germania. In pratica abbiamo adottato il marco tedesco, cambiandogli nome.  Dico a tutti quelli che si stanno scoprendo anti-euro, anche quelli dell’ultima ora come Grillo e Berlusconi, vi regalo la nostra mozione da presentare al Parlamento europeo. E annuncio con l’occasione che stiamo per depositare alla Camera dei deputati una mozione che chiede le immediate dimissioni del presidente della Commissione europea, Juncker . Durante la sua presidenza è stata legalizzata l’evasione fiscale nel suo Paese. Deve a tutti delle spiegazioni»

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