Grillo caccia i quattro contestatori del Circo Massimo. E la rete insorge: «Bella democrazia!»

20 Ott 2014 14:22 - di Redazione

Chiedevano democrazia e trasparenza, sono stati espulsi. È successo ai quattro militanti del Movimento 5 stelle che, durante la manifestazione al Circo Massimo, con lo slogan #occupypalco avevano simbolicamente occupato il palco per dare visibilità alle proprie richieste. «Hanno approfittato del loro ruolo di responsabili della sicurezza del palco di Italia5Stelle per occupare il palco stesso», ha scritto Beppe Grillo dal suo blog, dal quale per Giorgio Filosto, Orazio Ciccozzi, Pierfrancesco Rosselli e Daniele Lombardi è stato emesso anche il verdetto di messa al bando. «In rispetto per gli oltre 600 volontari che hanno dedicato il loro tempo e lavoro per il successo dell’evento e delle centinaia di migliaia di attivisti presenti, i 4 sopracitati sono fuori dal MoVimento 5 Stelle», ha quindi sentenziato Grillo. Questa nuova espulsione ha esposto il leader pentastellato a diverse critiche da parte dei militanti, che sempre sul web hanno posto l’accento su merito e metodo della sanzione. «Abbiamo chi?! Democrazia diretta dove?!», è stata la protesta di Luigi, che ha commentato la notizia su Twitter. «Non poter esprimere un’opinione è gravissimo», ha cinguettato Anna, mentre Adriano ha sottolineato che «sembra un’esagerazione… hanno detto la loro e nessuno li ha cagati… non bastava?». Marco ha bacchettato Grillo, parlando di vicenda «di una gravità inaudita!». E se qualcuno, come Lina, inneggia all’espulsione («Le mele marce vanno subito eliminate»), la maggior parte dei commenti resta di critica. «A noi non la chiedete più l’opinione? Ricordo di aver votato per le espulsioni, ma non le ultime che sono state fatte senza passare dalla base», ha scritto Luciano.
In ordine di tempo, l’ultimo espulso è stato il sindaco di Comacchio Marco Fabbri, reo di aver partecipato alle elezioni per le Province. «Decidono tutto i vertici e non c’è modo di comunicare con loro. I metodi che usano sono ben lontani dall’essere democratici», ha detto in un’intervista a Repubblica dell’altro giorno Fabbri, parlando di «ingerenze di parlamentari e consiglieri comunali che credono di valere più di uno». «Se in tutt’Italia si continuano a cacciare persone senza una valida ragione – ha concluso – c’è qualcosa che va ripensato».

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