Siamo un popolo generoso ma non stupido: il reato di clandestinità va ripristinato

20 Set 2014 18:49 - di Girolamo Fragalà

Inutili gli allarmi, inutili i tentativi di coinvolgere gli organismi internazionali. Sulle nostre coste continuano gli sbarchi. Incessanti. A ritmi mai conosciuti in passato. Tante storie che si intrecciano, tante speranze che si spezzano. In Sardegna ne sono arrivati 110, a Messina 143. In due o tre ore oltre 250. Ma basta aspettare qualche altro minuto e spunta la notizia di un altro barcone diretto verso le nostre isole, solite scene, soliti rischi, gente ammassata di cui non si conosce il passato, non si capisce il presente, non si “legge”il futuro, se non a tinte fosche. Solo di fronte all’evidenza, a un’emergenza che è andata oltre qualsiasi limite, qualcuno comincia ad abbandonare il politicamente corretto, la demagogia imposta dalla sinistra, le inutili discussioni. Persino la Boldrini, una delle sostenitrici – fino a poche settimane fa – delle «porte aperte a tutti», ad Atreju ha detto che l’Europa deve fare di più. E ha fatto anche un riferimento alla possibilità di interrompere le tratte di mare. Concetti, questi, da sempre sostenuti dal centrodestra, nel silenzio furbo del governo e nell’ipocrisia di larghe fette di democratici. «Siamo italiani, generosi e solidali, non accettiamo processi solo perché riteniamo fallimentare l’operazione Mare Nostrum – ha detto Fabio Rampelli – È necessario essere concreti e uscire dalle astrazioni di una sinistra che non si accorge di aver raddoppiato gli immigrati dal 2013 e purtroppo anche i morti». Il bilancio delle morti accertate è di 2000 nell’ultimo anno, cui vanno aggiunti coloro che si sono rovesciati nel Mediterraneo prima di stabilire un contatto con la Marina militare italiana. La politica del buonismo ha condotto al disastro: non si riesce più a impedire le partenze degli scafisti, non c’è alcun tentativo di aiutare i Paesi in cui donne e bambini muoiono di stenti, non ci sono controlli per evitare che gli immigrati, una volta giunti in Italia, finiscano nelle mani della malavita (come dimostrano i fenomeni della prostituzione e dello spaccio di droga). È anche per questo che va ripristinato il reato d’immigrazione clandestina, che comunque offre uno strumento per agire in una situazione destinata ad andare completamente fuori controllo. Non a caso, proprio sul ritorno al reato di clandestinità si sta sviluppando una mobilitazione sul web, con una valanga di firme raccolte. Siamo alla Caporetto, come affermato da Maurizio Gasparri, «una Caporetto sulle nostre spalle, con spese gigantesche e il fallimento del patetico tentativo di coinvolgere l’Ue. Un disastro senza fine mentre si mortificano polizia, carabinieri e forze armate». Un fallimento di cui qualcuno dovrà dar conto. Prima che sia troppo tardi.

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