Cercasi inno per il ritorno di Bersani: “Eskimo” di Guccini o “Vecchio scarpone” di Gino Latilla?

22 Set 2014 11:18 - di

Qualcuno, su Twitter, gli ha dedicato la bellissima canzone di Francesco Guccini, “Eskimo”, che nelle parole iniziali racchiude tutta l’amarezza della “vecchia guardia” maramaldeggiata da Matteo Renzi: “Questa domenica in settembre/ non sarebbe pesata così/ l’estate finiva più nature/ vent’anni fa o giù di lì/ con l’incoscienza dentro al basso ventre/ e alcuni audaci in tasca l’Unità/ la paghi tutta e a prezzi d’inflazione/ quella che chiaman la maturità…”. La fronda antirenziana ha trovato il suo capo (che non poteva essere Orfini, che non poteva essere Civati, né Cuperlo) e sarà Pier Luigi Bersani. E’ una legge che nei partiti si ripropone ciclicamente: il leader sconfitto che si mette alla guida della minoranza interna, cavalcando nostalgie e risentimenti, rinunciando a innovare per vivacchiare all’ombra di una “conservazione consapevole”. E Bersani, spodestato dall’implacabile fuoco amico dei 101, nel suo ritornare baldanzoso a sfidare chi lo ha già sconfitto, fa persino tenerezza: si gode i baci, gli applausi e le strette di mano alla Festa dell’Unità di Modena (ma nessuno ha più in tasca l’Unità, chiuso proprio nell’era Renzi…) e ride della t-shirt di una ragazza con la scritta: “Oh ragazzi, non siamo mica qui a friggere le patate con l’acqua minerale”. A tanto è ridotta ormai l’essenza del “bersanismo”, alle battute di Crozza. Al sorriso tollerante della vecchia guardia che si è già arresa (ma non può ammetterlo) alla storia. E Bersani prova ancora a rinfocolare quel collante che a lungo ha tenuto insieme il Pd e che ne è stata la ragione di vita (e della sconfitta), e cioè l’antiberlusconismo: anche Berlusconi e Verdini – dice – sono “vecchia guardia”. Ma la neoideologia renziana della rottamazione non prevede rispetto per i “veterani”. Renzi non si fermerà fino a quando nella sensibilità collettiva della “sinistra” il Pci non diventerà che un vizio d’origine, anziché un vanto, una “medaglia” da esibire con orgoglio. Negli applausi a Bersani, più che fiducia nel suo ruolo di “oppositore” al Nazareno, c’è rivendicazione di un passato che è duro buttare alle ortiche in nome del 41%. Eppure accade, in inaspettate domeniche di settembre. Per consolare Bersani non può bastare Guccini. Sarebbe stato meglio Vecchio scarpone di Gino Latilla:  “Vecchio scarpone/ Quanto tempo è passato/  Quante illusioni/ Fai rivivere tu/ Quante canzoni/ Sul tuo passo ho cantato/ Che non scordo più”.

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