Referendum sull’indipendenza, anche Mick Jagger canta alla Scozia “resta cu’ mme”…

7 Ago 2014 18:39 - di

«Meglio insieme»: nel Regno Unito si tenta di convincere gli scozzesi in tutte le maniere a non lasciarlo. Ci sono anche le firme del cantante dei Rolling Stones Mick Jagger e di Judi Dench, attrice britannica tra le più amate, in calce a una lettera sottoscritta da circa 200 personalità dello sport, dello spettacolo e della cultura che esortano gli scozzesi a rimanere nel Regno Unito votando “No” nel referendum sull’indipendenza della Scozia che si terrà il prossimo 18 settembre. Così 18 medaglie d’oro olimpiche, 44 vincitori di Bafta (l’Oscar britannico), due dame, 12 professori e due premi Nobel scrivono: «Vogliamo farvi sapere quanto valore attribuiamo al legame di cittadinanza che ci unisce ed esprimere la speranza che voterete per rinnovarlo. Ciò che ci unisce – continua la lettera – è molto più grande di ciò che ci divide. Rimaniamo insieme». Il testo viaggerà adesso per il Paese alla raccolta di firme dei cittadini in una sorta di petizione. Intanto si è tenuto il duello tv sullo spinoso argomento: il verdetto della stampa conferisce comunque al fronte del no la vittoria nel primo dibattito tv sull’indipendenza della Scozia, che ha visto sfidarsi il leader del partito indipendentista scozzese (Snp) Alex Salmond e l’ex cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling che guida la campagna opposta Better Together (Meglio insieme). Due ore di botta e risposta che danno il la alla fase più intensa della “battaglia per la Scozia” a poche settimane dallo storico referendum. Una replica è prevista per il 25 agosto quando si terrà il secondo round del duello televisivo che sarà trasmesso anche dalla Bbc. Mentre mercoledì notte, l’incontro tenutosi a Glasgow, è stato trasmesso in diretta dal canale scozzese Stv e in streaming sul web. Il primo esperimento è andato in porto con l’effetto, gradito per entrambe le parti, di focalizzare l’attenzione, considerati i quasi 190 mila tweet inviati durante il programma. Tra i momenti salienti spicca la tenacia di Alex Salmond nel porre la stessa domanda per 21 volte, chiedendo a Darling se fosse d’accordo con le parole di David Cameron che in un’occasione aveva riconosciuto possibile per la Scozia essere «un Paese indipendente di successo». I social media sono poi impazziti sul passaggio in cui Darling sollecitava Salmond sulla sterlina, uno dei temi principali nel dibattito con gli indipendentisti che ritengono di poter mantenere la moneta, ipotesi respinta con vigore da Londra. L’evento domina le prime pagine dei quotidiani scozzesi che per la gran parte proclamano Darling vincitore, così come accade sulla stampa a livello nazionale. Ognuna delle parti rivendica tuttavia per sé un successo: secondo il fronte del sì l’intervento di Salmond sarebbe stato particolarmente efficace nel persuadere gli indecisi che in una Scozia indipendente si realizzerebbe una società più giusta. Secondo un sondaggio commissionato dal Guardian e realizzato su un campione di 512 persone immediatamente dopo il dibattito, il 56% ritiene che il duello sia stato vinto da Alistair Darling, mentre per il 44% ha prevalso Alex Salmond. Ma gli indipendentisti guardano alle prossime settimane soprattutto come l’ultimo miglio da percorrere con forza e determinazione nella speranza di persuadere gli indecisi, probabilmente confortati da alcuni recenti rilevamenti. Uno in particolare, condotto prima del dibattito e segnalato dal Guardian, indica un’impennata del 4% a sostegno del “Sì”. Compatti, i leader dei tre principali partiti britannici da Londra irrompono nel dibattito. Agli scozzesi dicono: se voterete per il “No”, alla Scozia e al suo parlamento verranno riconosciuti poteri maggiori. Maggiore autonomia di fatto e sui temi che stanno più a cuore: responsabilità fiscale e sicurezza sociale. La promessa in realtà non è nuova, ma è la prima volta che il primo ministro e leader conservatore, David Cameron, il laburista che guida l’opposizione, Ed Miliband e il vicepremier liberaldemocratico, Nick Clegg, vi si impegnano insieme, lo mettono nero su bianco e sottoscrivono un documento. Immediata la reazione degli indipendentisti scozzesi: «Nessuno in Scozia verrà gabbato da questa nuova ondata di promesse guidata da Westminster su non meglio specificati maggiori poteri», ha fatto sapere il portavoce del leader del partito indipendentista scozzese (Snp), Alex Salmond.

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