Una nuova offerta politica per attrarre di nuovo il popolo dei moderati

30 Mag 2014 17:36 - di Oreste Martino

Matteo Renzi punta a trasformare il partito democratico da partito di Botteghe Oscure a partito della Nazione. Le parole usate in direzione nazionale dimostrano che lo strappo impresso dal premier al partito che guida non è solo politico e di classe dirigente, ma anche culturale e per certi versi antropologico. Il risultato del voto fa emergere in maniera evidente che il Pd ha preso oltre il 40% perché è diventato il partito dei moderati italiani. Nel nostro paese, come diceva Tatarella, la maggioranza sarà sempre moderata e sempre non di sinistra. E se per sinistra si intende la cultura di Botteghe Oscure e della Cgil si capisce perché Renzi ha incantato elettori che mai avrebbero votato Pd. Il premier è quello che più ha colpito il retaggio comunista della sinistra italiana, rottamando gli ultimi simboli di una stagione ormai passata. E attaccando la Cgil ha fatto presa sul popolo dei produttori, su imprenditori, commercianti, artigiani e liberi professionisti. È così accaduto che a Roma, ad esempio, il Pd prendesse più voti tra l’alta borghesia dei Parioli che nei quartieri popolari.

Questa svolta è stata possibile perché Renzi ha rottamato la vecchia sinistra, perché è giovane e perché viene dalla cultura moderata democristiana, ma non si può negare che un aiuto gliel’hanno dato anche Berlusconi e Grillo. Il primo è stato e sarebbe il leader naturale dei moderati, ma le rotture con Casini, Fini e Alfano lo hanno pian piano spinto verso anime di Forza Italia che proprio moderate non sono, oppure addirittura verso la Lega Nord. Il secondo ha talmente urlato, accusato e insultato la classe dirigente da spaventare gli elettori benpensanti, lontani da certi toni e da linciaggi mediatici che ricordano stagioni non felici delle democrazie occidentali.

Il centrodestra deve darsi quindi l’obiettivo di recuperare l’elettorato moderato e per farlo servono volti, programmi e comportamenti. Certamente il record-man delle preferenze Raffaele Fitto è un politico moderato e non a caso ha ottenuto più consensi di tutti. Certamente sono moderati e rassicuranti leader come Meloni e Alfano e tanti altri dirigenti politici del centrodestra. È da questi che occorre ripartire per dare all’elettorato moderato una nuova offerta politica e per evitare che tra le urla di Grillo e quelle di alcune fazioni di Forza Italia gli italiani non di sinistra siano costretti a turarsi il naso e a votare Renzi.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *