Sicilia, i grillini “anti-casta” hanno due portaborse per deputato: sono lievitati da 15 a 26. A spese dell’Ars

10 Gen 2014 10:05 - di Redazione

Quasi due portaborse a deputato in casa grillina. Accade in Sicilia, dove i deputati del gruppo parlamentare all’Assemblea hanno contrattualizzato una decina di portaborse negli ultimi giorni del 2013 (da 15 sono diventati 26), come ha fatto la gran parte dei deputati di altri gruppi, approfittando di una “finestra” alla legge sulla spending review, che garantiva il contributo di 3.180 euro a deputato per i contratti di collaborazione a esterni in essere al 31 dicembre.  Anche i Cinquestelle sono inciampati nei vizi della “casta” contro la quale hanno costruito il loro appeal elettorale. A pagare sarà l’amministrazione dell’Ars, in base ai rendiconti presentati dai singoli deputati. Il grande accusatore dei Cinquestelle è un ex, il vice presidente vicario dell’Ars, Antonio Venturino, espulso nei mesi scorsi da Grillo per non avere versato parte dell’indennità da parlamentare regionale, come fanno i grillini. «Quando si fa le verginelle della politica, occorre intanto avere la coscienza pulita e mi pare evidente che non sia così dato che al loro seguito ci sono più portaborse che deputati», accusa Venturino. Inutile dire che il portavoce del M5s e capogruppo all’Ars, Giancarlo Cancelleri, respinge con sdegno gli attacchi dell’ex collega “traditore”. «Siamo gli unici a essere trasparenti, gli altri gruppi parlamentari tengono nascosto il numero di portaborse contrattualizzati – dice – ma quali portaborse? Quelli sono tutti professionisti che ci aiutano a fare le leggi». Fatto sta che oggi a Palazzo dei Normanni ci sono più collaboratori che scrivanie. Due esperti per ogni deputato.

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