L’altolà di Alfano al Pd: «La Bossi-Fini non si tocca. I migranti di Ponte Galeria? La metà sono spacciatori»

27 Dic 2013 12:23 - di Redazione

«La Bossi-Fini è una legge che contiene tanti capitoli e non può essere liquidata con uno slogan. Vedremo nel merito quali modifiche proporrà il Pd e le valuteremo». Parola del vicepremier Angelino Alfano che, intervistato da Repubblica, sottolinea come la priorità di governo debba essere il lavoro e non la cancellazione della legge sull’immigrazione.  Alfano chiede al Partito democratico se «davvero, con la crisi che attanaglia milioni di famiglie, ritiene che la priorità debba esere quella di dare la cittadinanza a chi semplicemente è nato in Italia oppure la cancellazione della Bossi-Fini? Per noi invece la priorità è il lavoro». L’ex segretario del Pdl ha osservato che «sulla sicurezza degli italiani non si scherza. Tra quelli che si sono cuciti la bocca a Ponte Galeria la metà sono spacciatori».

Un dato confermato dall’ufficio del Garante dei detenuti del Lazio. Tra i protagonisti della protesta, anche un tunisino che si presenta come un imam, Mohammed Rmida, 32 anni. Rmida si atteggia a leader religioso estremista, ma ha precedenti per traffico di droga. È stato trasferito da un carcere all’altro della regione e sempre per motivi disciplinari.
 Per capire chi sono i protagonisti della protesta e che cosa chiedono basta leggere l’intervista al Messaggero di Ahmed, uno dei 50 immigrati del Cie di Ponte Galeria che hanno attuato lo sciopero della fame. Cittadino tunisino, 26 anni, in Italia da dodici, in carcere per droga dal 2009. Dopo quattro anni di detenzione nel carcere di Lanciano è finito al centro alle porte di Roma, in attesa di essere rimpatriato nel suo paese, ma a lasciare l’Italia non ci pensa affatto. «Ma io non voglio. Vivo qui dal 2001, a Bologna vive mio padre, ci sono tre miei fratelli. Cosa ci torno a fare in Tunisia?». Oggi al Cie di Ponte Galeria, dove si è appena conclusa la protesta, sono attesi gli esponenti del Pd, Khalid Chaouki e Luigi Manconi. L’intenzione del Pd è chiara: «Da Roma partirà una carovana per arrivare a chiudere i Cie». Con tutti i clandestini che sono nelle condizioni Rmida e Ahmed, liberi di poter restare per sempre in Italia.

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