CasaPound o azzurri non fa differenza: l’ultrasinistra si crede padrona della piazza

7 Dic 2013 18:59 - di Redattore 89

Milano chiama Salerno lungo la linea rossa dell’intolleranza. Entrambe le città oggi sono state palcoscenico di tensioni tra gruppi diversi di manifestanti, con una costante: le realtà antagoniste hanno cercato di chiudere la bocca a chi, in piazza, portava una protesta e una identità diversa dalla loro. Il primo episodio si è registrato a Salerno, dove CasaPound Italia aveva promosso una manifestazione contro lo Ius soli, in occasione della visita in città del ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge. Contro il presidio si sono scatenate le realtà dell’antifascismo militante cittadino che, non essendo riuscite a trovare il contatto fisico, hanno “ripiegato” sul lancio di oggetti. Nessuno è stato colpito e il tentativo di assalto si è concluso in un reciproco scambio di insulti, con un cordone della polizia a tenere separati i due gruppi. «Ognuno di noi ha diritto a far sentire la propria voce, ma è importante farlo nel rispetto delle regole. Se mancano questi presupposti il dialogo diventa sempre più difficile», ha commentato la Kyenge, che bisogna presumere (ma ne dubitiamo) si riferisse ai gruppi dell’antifascismo, visto che sono stati loro a tentare di impedire una manifestazione, quella di CasaPound, che era già in atto e che era anche stata autorizzata dalla Questura. Di segno simile, ma con esiti differenti quello che è accaduto a Milano, in occasione delle consuete contestazioni per la prima della Scala. Lì, in piazza, c’erano i comitati antisfratto e gli iscritti del sindacato di base Cub, pronti a contestare autorità istituzionali ed esponenti della grande impresa. Le tensioni maggiori, però, si sono registrate quando anche un gruppetto di giovani di Forza Italia ha tentato di dire la sua contro gli spettatori eccellenti dell’Opera, dal capo dello Stato Giorgio Napolitano, al presidente della Camera Laura Boldrini, fino al sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Gli azzurri erano sì e no una decina, ma per gli altri manifestanti sono diventati subito il primo nemico da respingere, anche con un tentativo di accerchiamento. Per evitare che per i giovani attivisti di Forza Italia finisse male è dovuta intervenire la polizia, che ha suggerito al gruppetto di smammare. E il gruppetto, che tanta esperienza di situazioni calde non deve poi averne, si è adeguato. «La polizia ci ha vivamente sconsigliato di manifestare perché gli antagonisti ci stanno aspettando», ha spiegato Silvia Sardone, ideatrice dell’iniziativa e consigliere di zona, dopo la lunga, forzata sosta in piazza Meda, a un centinaio di metri dalla Scala. Così gli antagonisti, almeno a Milano, sono riusciti a ottenere il monopolio della piazza e delle contestazioni a Napolitano, che pure, prima dei fischi e delle urla, aveva raccolto qualche applauso tra i milanesi divisi tra shopping e curiosità per la prima.

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