Miracolo a Caracas, Chavez “appare” in un tunnel del metrò. E qualcuno già pensa al golpe mistico…

31 Ott 2013 10:23 - di Redazione

Se i cinesi più anziani pregano l’anima del defunto Mao per raccomandarsi nelle loro attività quotidiane come farebbero da noi con Padre Pio, da sette mesi anche i venezuelani hanno un loro “santo” pagano da pregare. Un divinità pagana che ora “appare” come la Madonna. Accade con il volto del defunto presidente del Venezuela, Hugo Chavez, che sarebbe apparso” a un gruppo di operai in un tunnel della metropolitana di Caracas. Ne è convinto l’attuale presidente, Nicolas Maduro, che ha mostrato una foto dell'”apparizione” in una riunione pubblica. «Guardate questa forma, un volto. Questa foto è stata scattata dai lavoratori, dagli operai. Chi vediamo in questo viso? Uno sguardo… lo sguardo della patria, che è ovunque. Gli operai sono lì, al lavoro, e un’immagine appare sul muro, poi così come è apparsa, scompare. Chavez è ovunque», ha detto Maduro. Nello scorso aprile, in piena campagna elettorale per le elezioni presidenziali, Maduro aveva già rivelato che l’ex capo dello Stato gli era apparso sotto forma di «un uccellino». Appena due mesi dopo, a giugno, il presidente del Venezuela aveva poi raccontato di avere visto Chavez sulle montagne che dominano Caracas. «Ogni volta che vedo la montagna, vedo Chavez che appare nella montagna, il nostro Chavez quotidiano».

Maduro è diventato presidente del Venezuela ad interim e poi eletto a larga maggioranza in aprile. Seguace del guru indiano Sai Baba, Maduro non fa mistero di essere solito consultare i tarocchi per prendere le decisioni politiche. L’ultima trovata, ispirata dalla moglie, l’istituzione di un dicastero per la “Felicità suprema”, con tanto di delega a un viceministro. Negli ultimi giorni il governo ha dovuto contrastare anche una campagna virale sul web, dove è stata diffuso un “messaggio audio” di Chavez nel quale sostiene di non essere morto ma di essere stato rapito e tenuto in una località segreta. Lo stesso Maduro ha dovuto smentire in un discorso pubblico la veridicità del file audio definendolo «un falso messo in giro da gente senza scrupoli né morale».

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