Un’altra mazzata per Berlusconi, stavolta al portafoglio. Confermato il maxi-risarcimento a De Benedetti

17 Set 2013 16:13 - di Redazione

In una fase delicatissima in cui l’asse magistratura-politica tenta di farlo fuori per via parlamentare, Silvio Berlusconi deve incassare anche una spallata “economica” dai giudici chiamati a decidere sul Lodo Mondadori che lo vedeva opposto alla tessera numero 1 del Pd Carlo De Benedetti.  La Cassazione ha infatti respinto il ricorso della Fininvest contro la Cir per il risarcimento del Lodo Mondadori, che rimane confermato con un ritocco al ribasso, un taglio di circa 23 milioni di euro sulla cifra liquidata dai giudici e pari a 564,2 milioni di euro. La Suprema Corte, nel verdetto depositato dalla terza sezione civile e relativa all’udienza svoltasi lo scorso giugno, ha accolto solo, e in parte, uno dei motivi della difesa Fininvest, il 13/o, inerente il reclamo per l’eccessiva valutazione delle azioni del gruppo L’Espresso. Sul punto i supremi giudici hanno “cassato senza rinvio il capo della sentenza di appello contenente la liquidazione del danno in via equitativa, come stimata nella misura del 15% del danno patrimoniale già liquidato”.

Una notizia che ha fatto immediatamente volare i titoli della Cir,  la holding che fa capo alla famiglia De Benedetti e che guadagna il 6,28% a 1,21 euro. Mondadori, non direttamente coinvolta in quanto la cifra di 564,2 milioni di euro sarà pagata dalla controllante Fininvest, cede l’1,04% a 1,05 euro. Analogo il discorso per Mediaset (-0,12% a 3,4 euro).

Sul fronte politico la reazione del Pdl è immediata: «La sentenza della Cassazione conferma che nessuno in Italia può sentirsi più al sicuro: nessuno può sentirsi sicuro della propria libertà personale, sicuro dei propri beni, sicuro dei propri diritti» dice il coordinatore del Pdl Sandro Bondi. «Dopo la privazione della libertà, dopo il via alla conseguente operazione per cacciarlo dal Parlamento ed estrometterlo dalla politica per via giudiziaria, dopo il saccheggio delle sue finanze a vantaggio dell’editore di riferimento delle procure, deciso oggi dall’ineffabile Cassazione, cos’altro devono fare giudici politicizzati, interi partiti politici, pezzi delle istituzioni senza uno straccio di voto e interi settori della stampa radical-chic e forcaiola, per convincere Silvio Berlusconi che lo stanno scuoiando vivo e che non hanno intenzione di fermarsi fino a quando lo scempio non sarà concluso?», si chiede Luca D’Alessandro, deputato del Popolo della Libertà e segretario della commissione Giustizia della Camera.

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