Abolizione delle Province, il governo ci riprova. Ma si alza ancora il muro delle Regioni

24 Lug 2013 18:57 - di Redazione

Il governo procede spedito nella volontà di riordinare – fino a quando il processo di abolizione delle Province non sarà terminato dal punto di vista costituzionale – i livelli di governo territoriale. Dopo l’approvazione, in Consiglio dei ministri, del disegno di legge che abolisce le Province dalla Costituzione, venerdì arriverà in Consiglio dei ministri anche il disegno di legge ordinario che mette ordine a tutta la materia. Il testo, ha spiegato il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, che lo porterà all’attenzione dei colleghi dell’esecutivo, prevede una semplificazione dei livelli di governo che saranno due, Regioni con funzioni di legislazione e pianificazione generale e Comuni con funzioni amministrative. Gli enti di area vasta, cioè le Province e le città metropolitane, diventano ”enti che devono assumere funzioni e dimensioni migliori per offrire servizi efficienti a cittadini ed imprese”. Dunque, in attesa dell’abolizione, con il disegno di legge costituzionale, delle Province, ”queste avranno solo funzioni di pianificazione territoriale, ambientale, trasportistica e di gestione delle strade, mentre – ha aggiunto il ministro – le città metropolitane diventeranno uno dei motori di sviluppo del Paese, capaci di competere con le altre città: oggi non hanno la normativa sufficiente per poterlo fare”. «L’area vasta – ha concluso Delrio – sarà organizzata come comunità di sindaci, stimoleremo molto le unioni comunali, i comuni devono lavorare insieme per lavorare al meglio». Delrio ha anche annunciato che a fine agosto verra’ convocata una Conferenza Unificata per individuare tutti gli enti intermedi da abolire. «Ci quasi 5 mila enti intermedi prodotti da Comuni, Regioni e Province che devono essere razionalizzati. Era già previsto questo lavoro, che riprenderemo. Faremo una analisi, una ricognizione. Quindi – ha concluso – non ci occupiamo solo di Province con una forma di accanimento terapeutico». Concetto ripetuto anche dal ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, anche lui presente alle Conferenze Stato-Regioni e Unificata di oggi. «Non c’è – ha spiegato il ministro – un accanimento terapeutico nei confronti delle Province: c’è solo un tentativo di razionalizzare e semplificare i livelli di governo del territorio. La legge ordinaria – ha aggiunto – farà da ponte tra la legge Costituzionale e l’attuale situazione e sarà coerente con il ddl costituzionale». L’abolizione delle Province, però, preoccupa le Regioni, che oggi ai ministri hanno chiesto un percorso maggiormente condiviso e che temono riflessi sul fronte del personale oggi in carico alle Province e delle stesse funzioni che queste oggi svolgono.

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