L’Italia (e la Rai) trasformano in fiaba anche il sì di Valeria Marini

6 Mag 2013 11:07 - di

La rivolta per l’eccessivo spazio concesso dalla Rai alle nozze di Valeria Marini è cominciata su twitter con l’hashtag (cioè etichetta a tema) “graziearcanone”. L’occasione è sempre ghiotta e colta al volo quando si può infierire sulla tv pubblica che del resto come intrattenimento non brilla per qualità. Non sono le telecamere Rai alla basilica dell’Ara Coeli (dove si sposò anche Totti) però a destare scandalo e neanche la bestemmia del body guard che cerca di allontanare la ressa attorno alla sposa di pizzo vestita e che i telespettatori hanno seguito in diretta. Il problema è appunto la folla che attende la visione di questa sposa ormai matura. Questo brandello di popolo assetato di sponsali fiabeschi che non avendo né principesse né first ladies, ripiega su Valeria Marini, non più bionda fatale e già ex di tutto, ex soubrette, ex fidanzata d’Italia, ex attrice, ex diva, ex compagna di… Oscilla, questo popolo gossiparo, tra la lettura avida di particolari sulla fidanzata di Berlusconi e il suo cane Dudù e la sbirciatina alla lista degli invitati della coppia Cottone-Marini. Tramontati i tempi “sobri” di Monti ci si può lasciare abbagliare da un po’ di sfarzo, da queste nozze-spettacolo infiocchettate con camelie e rose bianche. Il lusso ostentato non è più un fastidio estetico. C’è la crisi è vero, ma la festa è festa. E Valeria non si è fatta mancare nulla: velo lungo sette metri (tre di più di quello di Kate…) e ben 16 paggetti più le due nipotine della sposa.  L’Unità si chiede amareggiata cosa ci facessero Fausto Bertinotti (testimone) e signora. Ma anche i matrimoni ormai sono postideologici (la coppia Boccia-Di Girolamo, uno del Pd e  l’altra del Pdl ha dato l’esempio…) e del trasporto di Bertinotti per i salotti si è parlato e sparlato a lungo. Che il mix simbolico potesse funzionare l’ha dimostrato il fatto che si trovavano alla stessa festa Vladimir Luxuria e Gigi D’Alessio, direttore artistico che si è occupato delle musiche che hanno intrattenuto i 720 invitati. Tutto come da copione un po’ scontato per le copertine dei giornali un tempo sfogliati quando si faceva la manicure. C’è un solo particolare degno di nota: Alba Parietti e Marina Ripa di Meana erano vestite di viola. Ma quel colore ai matrimoni non portava jella?

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