Se gli insulti a Franceschini diventano un attacco squadristico. Ma fateci il piacere

22 Apr 2013 11:13 - di Gloria Sabatini

Lo hanno riconosciuto, malgrado la recente barba, e lo hanno “omaggiato” di qualche insulto. “Venduto! A Franceschì, Buffone, ma li mortacci tua». Come riportano con dovizia di particolari quotidiani e telegiornali, in un ristorante del centro a poche ore dall’elezione di Napolitano, Dario Franceschini è stato contestato da un gruppo di manifestanti che stava lasciando piazza Montecitorio. Niente di elegante, per carità, deprecabile quanto si vuole, ma l’aggressione – come titolano alcuni giornali – è un’altra roba. Leggiamo dal dizionario (Sabatini Coletti) : aggressione = violenza improvvisa contro qualcuno. Generalmente è accompagnata da un contatto fisico. Il video cliccatissimo che impazza sulla rete dimostra che l’ex segretario democratico non è stato sfiorato neppure da una monetina. La risposta di Franceschini,  per la verità,  è molto pacata («Dai su, c’è gente che sta mangiando»), sono giornalisti e commentatori di grido (Giuliano Ferrara per fare un nome) a montare la notizia parlando di attacco squadristico,  con tanto di interviste e servizi che danno voce allo sdegno bipartisan dei colleghi. I colpevoli? Grillini, of course. E “dagli all’untore”, e poco importa se alcuni fuori dal ristorante hanno bandiere di Sel e se Roberta Lombardi respinge la paternità «Se l’aggressione c’è stata, non erano i nostri».

Paola Frassinetti, oggi esponente di Fratelli d’Italia ex militante di destra nella difficile Milano degli anni 70, condanna l’episodio e «l’arroganza della folla contro uno» però giudica eccessivo il rilievo dato dalla stampa che ha generato un can can. «Per chi ha vissuto sulla propria pelle pesantissime contestazioni, ricordo quando mi trovai all’uscita di un cinema una folla di militanti di un centro sociale e fu molto difficile evitare il peggio. Naturalmente neanche una breve sui giornali, se non andavi in ospedale». Anche lei da militante ha preso parte a contestazioni «ma con uno stile diverso». Un’altra metodologia? «Non eravamo mai tanti contro uno, semmai il contrario. Quello che più mi colpisce e mi indigna è la dinamica del linciaggio della folla contro una sola persona, forse per un retaggio che mi viene dalla guerra civile. È giusto invece mettere in guarda da eventuali degenerazioni e pericolose derive».

Roberta Angelilli, europarlamentare del Pdl, un passato da segretaria del Fronte della Gioventù, di fronte al video sottolinea il senso di smarrimento del malcapitato. «Era sorpreso, come se non avesse mai messo in conto una contestazione. E questo la dice lunga sul senso di superiorità della sinistra che vive le critiche come lesa maestà Mi fa sorridere e anche un po’ pena…». La stampa ha un po’ esagerato? «Ovviamente non condivido il programma politico di Grillo, ma sui metodi, almeno finora, non ho nulla da dire. Squadrismo non direi. anche se è normale che i politici vivano il movimento Cinquestelle come una pericolosa forza anti-sistema destabilizzante. E poi – sorride – su alcune forme di protesta abbiamo il copyright. Vi ricordate “arrendetevi siete circondati!”, l’assedio goliardico al Parlamento di inquisiti nel ’93?».

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