A casa nostra decidiamo noi, non le banche

12 Dic 2012 0:06 - di Girolamo Fragalà

Il più grande errore di Marx è stato quello di subordinare la politica all’economia nella speranza di sconfiggere la classe borghese. Dopo oltre un secolo, la più grande illusione della sinistra e dei centristi montiani è insistere su questa impostazione, utilizzando i mercati come arma per sconfiggere non la classe borghese ma gli avversari politici. È un’illusione perché chi è di destra non si è mai lasciato condizionare dall’andamento della Borsa e ha sempre sostenuto il primato della politica sull’economia. Men che meno accetta oggi le invasioni di campo, con i leader europei che mettono il becco negli affari italiani, si chiamino Hollande, Merkel o Sarkozy. Del resto, se non fosse così – e questo Bersani & C. dovrebbero capirlo una volta per tutte – la democrazia in Italia sarebbe ben poca cosa, condizionata dalle mosse dell’alta finanza, dai condizionamenti dei giornali gestiti da grandi gruppi economici e dai giudizi di capi di governo esteri, che parlano per l’interesse del proprio Paese e non certo per l’interesse dell’Italia. L’illusione della sinistra, dunque, è credere che ci sia una larga fetta di elettori moderati che affiderebbe a Piazza Affari i loro destini, anche in modo inconsapevole. Nulla di più sbagliato: gli italiani sanno benissimo che i mercati sono gestiti da una decina di grandi banche, che condizionano l’andamento economico con interventi mirati; così come sanno altrettanto bene che le agenzie di rating fanno un gioco su cui, anche negli ultimi mesi, molti hanno posto seri interrogativi. Per non parlare di chi compra e vende i titoli di Stato esteri. L’Italia paga l’errore commesso dal Pd e dai ribaltonisti, che si sono inginocchiati davanti ai mercati pur di ottenere il cambio di inquilino a Palazzo Chigi. La conseguenza è che rischiamo di avere anche in futuro una sovranità limitata, se Bersani e Casini continuano a parlare di spread e mercati, facendosi “proteggere” dai partner esteri. Ma è forse questo l’elemento cruciale che ci differenzia da loro. E che potrebbe essere l’arma vera del centrodestra: il primato della politica sull’economia. Perché in casa nostra a decidere dev’essere il popolo, non la Borsa.

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