Pisapia fa il regista dei fischi a Letizia e fugge dal duello tv

19 Mag 2011 19:41 - di

Chi si aspettava un rasserenamento del clima nella campagna elettorale di Milano, non aveva fatto i conti con Bossi, Pisapia e i fischiatori della Moratti. Il senatùr ieri, giusto per spargere un po’ di benzina sul fuoco, ha dato del matto al candidato del centrosinistra. Il quale, a sua volta, ha pensato bene di dare il proprio contributo all’esasperazione del confronto annunciando di non volersi più confrontare in tv con Letizia Moratti. Infine, i fischi, quella della “claque” organizzata da un candidato di Pisapia, che all’arrivo della Moratti a un sit in di disabili contro i tagli ai servizi sociali ha fatto scattare la contestazione nei confronti del sindaco e del presidente della Regione Formigoni.

I fischi con regìa segreta
L’ennesima giornata bollente per il ballottaggio nel capoluogo lombardo s’è consumata così, tra accuse e veleni reciproci, con l’epilogo dei fischi alla Moratti, al suo arrivo al presidio dei disabili in piazza Duca d’Aosta a Milano. Guarda caso, poco prima, a Giuliano Pisapia erano andati applausi e incoraggiamenti per il ballottaggio, poi la pessima accoglienza per il sindaco, accompagnato da Formigoni. Va detto che il moderatore del presidio era Franco Bomprezzi, portavoce dell’Associazione Ledha e candidato nella lista civica di Pisapia, che a quanto pare si sarebbe adoperato per riportare la calma. Ma è legittimo il sospetto che la regìa della contestazione alla Moratti, fatta oggetto di dileggi e disapprovazione, nascesse nell’entourage di Pisapia. «Conosco i vostri problemi – ha cercato di spiegare  il sindaco – condivido le vostre posizioni e mi farò parte attiva con il ministro Sacconi per eliminare questi tagli. Milano in questi anni ha dato di più proprio perchè il governo aveva dato di meno». La stessa promessa era stata fatta poco prima anche da Formigoni, che aveva assicurato di impegnarsi per eliminare i tagli all’assistenza dei disabili.  Quella contestazione, che arriva a surriscaldare un clima già caldo, viene considerata «un boomerang per la sinistra» dal coordinatore del Pdl Ignazio La Russa. «La Moratti deve fare tesoro di questi fischi per dimostrare che l’intolleranza, l’aggressione preventiva all’avversario, rimane costume della sinistra», ha aggiunto il ministro della Difesa. Secondo La Russa, «i fischi sono assolutamente leciti quando arrivano dopo un intervento non condiviso, ma se il fischio è preordinato, organizzato, preventivo allora è solo un sistematico tentativo di aggredire l’avversario politico frutto di una mentalità che grazie a Dio non è mai appartenuta non solo al centrodestra, ma neanche alla destra più estrema».

Bossi a gamba tesa sul rivale
Su Milano, però, c’è anche un problema Lega da considerare. È evidente che la paura di Bossi di perdere il capoluogo garantisce il massimo impegno del Carroccio nel ballottaggio, ma i nodi politici con il Pdl non sono ancora sciolti. Il leader leghista ieri ha aperto alla verifica parlamentare della maggioranza chiesta dal presidente della Repubblica («ne abbiamo già fatte tante, ma se lo chiede Napolitano va bene, è lui il capo», spiega) mentre a proposito del futuro dell’esecutivo ha smentito che Berlusconi abbia offerto a Giulio Tremonti, la carica di vicepresidente del Consiglio. Né il ministro dell’economia né il titolare del Viminale Roberto Maroni, assicura il numero uno della Lega, accetterebbero di guidare un nuovo esecutivo. «Ma a Silvio ho detto che serve un nuovo progetto». Poi è partito l’affondo, dai toni poco moderati, nei confronti di Pisapia: «I milanesi non daranno la città in mano agli estremisti di sinistra. La Lega si impegnerà. Non la lasciamo in mano ad un matto, Pisapia, che vuole riempirla di clandestini, moschee e vuole trasformarla in una zingaropoli. Non abbandoniamo Milano nelle mani di questa gente». Più tardi arrivava una parziale rettifica: «Non ho detto che è matto. Ma il suo progetto non è compatibile con una Milano decente».
Una frase, quella del Pisapia “matto”, che ovviamente ha scatenato le polemche dell’opposizione, pronte a censurare i toni esasperati del senatùr. Immediatamente difeso, però, dal Pdl: «Bossi ci ha abituato a battute di spirito e quella su Pisapia è una frase più colorita che offensiva», ha detto il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, dicendosi convinta che l’affermazioni del leader della Lega su Pisapia che vuole “zingaropoli” non avrà conseguenze sul piano elettorale e, dunque, non farà perdere voti.

Giuliano in fuga dalla Moratti
Chissà se invece la “fuga” dal confronto tv di Giuliano Pisapia aiuterà o meno la Moratti. Dopo quello di Sky Tg 24 dell’11 maggio scorso finito in rissa dopo l’affondo sul piano personale del sindaco di Milano contro il suo sfidante, il candidato del centrosinistra ha annunciato che la sua campagna elettorale in vista del ballottaggio del 29 e 30 maggio sarà tutta giocata tra i cittadini e non prevederà passaggi nei salotti televisivi o nei talk show. «Abbiamo deciso di non trasformare questi ultimi giorni di campagna elettorale in un talk show permanente, ma di continuare a dialogare con i cittadini milanesi».

Silvio ci mette la faccia. O quasi
Silvio Berlusconi non farà venir meno il suo apporto per tirare la volata finale ai ballottaggi di Milano e Napoli. Ma nel Pdl ancora non è stato scelto in che modo e forme il Cavaliere contribuirà agli ultimi giorni della campagna elettorale per cercare di recuperare lo svantaggio di Letizia Moratti nel capoluogo lombardo e di consolidare la performance di Gianni Lettieri.
Durante il vertice di ieri pomeriggio a Palazzo Grazioli con i coordinatori nazionali Ignazio La Russa, Denis Verdini e il responsabile organizzazione del partito Maurizio Lupi, il premier avrebbe fatto il punto della situazione sulla prossima strategica comunicativa. «Berlusconi ha assicurato la sua presenza», dice Lupi lasciando via del Plebiscito senza sbilanciarsi. Non è escluso che il premier incontri presto la Moratti per fissare la linea comune.

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