Primo giorno da ministro, prima bugia: la Catalfo è una grillina da record

11 Set 2019 14:28 - di Valerio Falerni

Primo giorno da ministro, prima bugia. Nunzia Catalfo, neo-titolare in quota Cinquestelle della delega al Lavoro, rischia di battere tutti i record della peggiore Casta al governo. Tutta colpa di un’ardita intervista al Messaggero  a firma di Simone Canettieri, in cui il nuovo ministro – udite udite! – ha riabilitato il Jobs Act («non si può dire che sia tutto sbagliato»), la riforma del mercato del lavoro fatta dal Pd e tanto indigesta al MoVimento da far dire a Luigi Di Maio che «Renzi è un assassino politico». Era esattamente una fa, ma sembra passato un secolo. Un vero contrordine, quello del ministro. Che davvero non ha nulla da invidiare a quelli cui erano abituati i trinariciuti comunisti disegnati dalla matita dell’indimenticato Guareschi.

La Catalfo al “Messaggero”: «Il Jobs Act non è da buttare»

Ma forse l’inversione a “u” è stata troppo repentina e probabilmente ai piani alti del M5S qualcuno non dev’aver gradito se in mattinata l’ufficio stampa del ministro ha sentito il bisogno di smentire il giornale edito dal gruppo Caltagirone, ricevendone a sua volta un contro-smentita alla velocità della luce. Non potendo negare il colloquio tra la Catalfo, che tra l’altro ha minacciato di passare a vie legali, e Canettieri, lo staff ministeriale lo ha derubricato ad una sorta di conversazione “rubata” nell’ascensore del Senato. Un agguato, insomma, privo del rituale format a base di domande e risposte che connota un’intervista. «Questo modo di fare giornalismo non serve ad informare», sottolinea la nota ministeriale.

Il giornale smentisce la smentita: «Tutto documentato»

Ma è una ricostruzione respinta in pieno dal giornale che in un comunicato conferma «integralmente l’intervista» alla Cataldo compresi «i virgolettati a lei attribuiti». Inoltre, «fino alla tarda serata di ieri prosegue la nota – ,il portavoce e lo staff del ministro, con messaggi e telefonate che ci riserviamo di pubblicare, hanno chiesto di poter rileggere il testo dell’intervista, rammaricandosi di aver preso impegni con altre testate. Dunque, negare il giorno dopo l’intervista è un falso facilmente smentibile e dimostrabile». Significa che il ministro Catalfo ha mentito. Non dovrebbe restare al suo posto. Beppe Grillo, se ci sei batti un colpo!

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *