CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Ucraina e Mercosur: due dossier, due vittorie per Giorgia Meloni

Due dossier, due vittorie

Ucraina e Mercosur: Meloni dimostra che la schiena dritta funziona. E fa bene anche all’Europa, non solo all’Italia

La premier è riuscita ad affermare una linea di buon senso che salvaguarda insieme interesse nazionale e interesse europeo, in una visione complessiva che sa tenere insieme anche ciò che avviene al di là dell'Oceano

Politica - di Sveva Ferri - 19 Dicembre 2025 alle 15:47

La chiave di lettura sta tutta in una frase pronunciata da Giorgia Meloni nel corso delle repliche alla Camera, dopo le comunicazioni sul Consiglio Ue di questi giorni: «Bisogna essere sicuri di fare la cosa giusta». Il riferimento testuale era in particolare all’utilizzo degli asset russi, ma si tratta di una linea di principio che la premier ha dimostrato di applicare a tutti i dossier. L’altro in primo piano, sempre in questi giorni, è quello del Mercosur. Su entrambi, con la certezza di portare avanti «la cosa giusta», Meloni ha dato l’ennesima prova di come tenere la schiena dritta e continuare a mantenere fisso il faro dell’interesse nazionale porti risultati che sono in grado di dare un indirizzo di buon senso anche all’Europa. Anche in relazione allo scenario più ampio dei rapporti con gli Usa.

Il prestito all’Ucraina: la soluzione che allontana i rischi legati agli asset russi

Sempre nelle sue comunicazioni, Meloni ha chiarito con fermezza che le perplessità in assenza di una base giuridica forte non erano dovute al fatto che «qui siamo amici di Putin, ma per l’esatto contrario, perché se la base giuridica di questa iniziativa non fosse solida, noi regaleremmo alla Russia la prima vittoria dall’inizio del conflitto che ha mosso». Come sempre fatto, però, la premier italiana non si è limitata a dire dei no, ma ha rilanciato indicando una strada alternativa, percorribile e più sicura: quel prestito comune a Kiev che alla fine nella notte ha avuto il via libera. Un risultato nel quale la fermezza dell’Italia è stata determinante per riportare a sintesi due opposti intenti barricaderi, offrendo una soluzione accettabile per entrambi: quelli incarnati soprattutto dal cancelliere tedesco Friedrich Merz, deciso ad andare avanti a spada tratta sugli asset, e quelli incarnati soprattutto da Viktor Orban, deciso a bloccarli a tutti i costi, ma contrario anche al prestito.

Salvaguardate anche le trattative di pace

Alla fine Merz ha votato sì e l’Ungheria, insieme alla Repubblica Ceca, si è appellata alla clausola di non partecipazione, consentendo l’approvazione a 25. Con molteplici benefici, anche rispetto al complesso lavoro in atto per arrivare a un accordo tra Ucraina e Russia. «Non dimentichiamoci – ha detto il direttore del Secolo d’Italia, Antonio Rapisarda, nel corso della trasmissione Lineanotte su Rai 3 – che in questo momento dall’altra parte dell’Oceano c’è una trattativa di pace in corso».

Anche per il dossier Mercosur grazie a Meloni vince il buon senso

Stesso schema sul Mercosur, dove l’Italia ha creato un asse decisivo con la Francia. Meloni aveva avvertito sull’impossibilità di firmare prima che fosse completato il «pacchetto delle garanzie per gli agricoltori». Quelli italiani, certo, ma con loro anche quelli europei. Anche in questo caso una linea di «buon senso» che si è affermata con il rinvio di qualche settimana in attesa delle garanzie contro le spinte di chi avrebbe voluto un sì incondizionato, Germania e Spagna in testa. Anche in questa cornice, nuovamente, si è messa in luce la capacità di Meloni di trovare sintesi italiane ed europee senza piegarsi ai diktat altrui, come evidenziato dalla telefonata intercorsa con il presidente del Brasile Lula. E alla fine pure Merz si è “arreso”.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Sveva Ferri - 19 Dicembre 2025