La sentenza
Toghe pro migranti: Belpietro definì “pirati” gli operatori delle Ong scatenate in mare, i giudici condannano lui
Vietato ironizzare sulle Ong che trasportano migranti, vietato definirle con metafore marinare, vietato urtare la loro suscettibilità. I giudici, ancora una volta, scendono in campo in soccorso delle organizzazioni che trasportano i migranti, spesso sfidando la logica e le leggi italiane. Ad alcune Ong, i cui membri erano stati definiti “pirati” dal direttore della Verità, Maurizio Belpietro, andrà un risarcimento per diffamazione per una cifra che si aggira intorno ai diecimila euro a organizzazione. Si tratta di Open Arms, Emergency e Sea-Watch, SOS Mediterranee, Louise Michel e Mediterranea e 7.000 per AOI Rete Nazionale.
Migranti e Ong, le toghe contro Belpietro
“Sono fermamente convinto che chi non rispetta deliberatamente una legge sia un pirata e non ci sarà nessuna sentenza del tribunale che potrà farmi cambiare idea. In Italia ci si preoccupa della libertà di stampa se un giornale viene ceduto, ma non ci si dà pena per le denunce con cui si cerca di ridurre al silenzio con pesanti condanne pecuniarie le poche voci critiche. Ovviamente proporrò appello”, ha detto all’Ansa Maurizio Belpietro. La condanna è arrivata ha stabilito oggi il Tribunale di Milano nell’ambito del procedimento per diffamazione a suo carico”. Belpietro era accusato di omesso controllo, per aver acconsentito a definire sulla copertina del settimanale Panorama, nel novembre 2022, che all’epoca dirigeva, “i nuovi pirati” gli operatori umanitari delle Ong. Nel procedimento si sono costituite parte civile le Ong che avevano ritenuto titolo e immagine pubblicati “non veritieri e offensivi del lavoro umanitario svolto da chi, nel Mediterraneo centrale, opera per soccorrere vite umane”. L’esito arriva dopo l’istruttoria dibattimentale di novembre.