CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Svendita della Gedi, indovinate con chi se la prendono i giornalisti di “Repubblica”? Giorgia Meloni…

Il dopo Atreju

Svendita della Gedi, indovinate con chi se la prendono i giornalisti di “Repubblica”? Giorgia Meloni…

Politica - di Luca Maurelli - 15 Dicembre 2025 alle 08:11

Ieri, dal palco di Atreju, Giorgia Meloni aveva pizzicato un po’ quella sinistra radical-chic dal pensiero snob che dimentica i tortelli e le braciole assunte in quantità industriali alle Feste dell’Unità per dileggiare la festa della destra di Castel Sant’Angelo, dove peraltro si mangiava molto meglio. Senza non fare nomi, Michele Serra, che in piena crisi di identità della sinistra, e di “Repubblica“, che rischia di finire nelle mani di un rozzo armatore greco, si era scagliato contro Atreju paragonandola a un’ammucchiata. Meloni lo ha citato definendolo “guru della sinistra che su uno dei soliti quotidiani ha scritto un raffinato articolo dal titolo: ‘Avanti, c’è posto’ definendo questa manifestazione un’ammucchiata”.
“Meno male – ha poi scherzato la premier – che ogni volta che loro parlano male di qualcosa va benissimo. Parlano male di Atreju ed è l’edizione migliore di sempre, parlano male del governo e il governo sale nei sondaggi, hanno tentato di boicottare una casa editrice ed è diventata famosissima”. Poi aveva fatto riferimento ai problemi di “Repubblica”, agli Elkann che vogliono vendere il gruppo Gedi e alle preoccupazioni di giornalisti e lavoratori vari. “Però quando chiudevano gli stabilimenti di Stellantis ed erano gli operai a perdere il posto di lavoro, tutti muti. Anche Landini, che faceva le interviste a Repubblica e sul tema fischiettava: tutti muti”, ha ricordato la Meloni. Che oggi s’è ritrovata al centro di un comunicato sindacale dei giornalisti di Largo Fochetti poco indignati con il sindacato più importante d’Italia, la Cgil, che invece di fare scioperi dovrebbe suggerire soluzioni alle crisi industriali, ma molto arrabbiati indovinate con chi? Sì, con lei.
“Invece di occuparsi di una crisi industriale che riguarda 1.300 lavoratrici e lavoratori e al contempo di fare la propria parte per salvaguardare il pluralismo dell’informazione, ieri dal palco della sua kermesse la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha preferito sfoderare l’arma della più bassa propaganda politica per parlare di Gedi: attaccando un partito di opposizione, un sindacato e un articolo di Michele Serra su questo giornale che rappresenterebbe «una sinistra isolata e rabbiosa”, è scritto oggi in una nota del Cdr. Che ovviamente trova il suo capro espiatorio a destra: “Anche stavolta le sue parole denotano scarsa attitudine istituzionale, visto che Meloni in teoria rappresenta tutti i cittadini di questo Paese e non solo i suoi elettori. In più sono completamente false rispetto a fantasiosi accordi tra l’attuale editore di Gedi su Stellantis e le interviste fatte dalle colleghe e dai colleghi nel corso degli anni a Maurizio Landini, segretario generale della Cgil”.
Prima osservazione: anche “Repubblica” dovrebbe rappresentare tutti gli elettori, anche quelli di destra che sono andati “all’ammucchiata” di Atreju.
Poi i giornalisti dicono che Meloni coltivi ottimi rapporti sia con John Elkann che con il possibile acquirente di Gedi: “Se proprio ritiene di potersi rendere utile visto il ruolo che ricopre, e di cui spesso si dimentica, le suggeriamo di utilizzare la sua influenza per gestire questo delicato passaggio tutelando non gli interessi — per la gran parte esteri — di grandi e ricchi imprenditori, ma delle persone che qui vivono del proprio lavoro. Lo sfregio di Meloni, casualmente, fa il paio con il video nel quale lo stesso Elkann annuncia il rifiuto a prendere in considerazione l’offerta ricevuta per l’acquisto della Juventus. «La Juve, la sua storia, i suoi valori, non sono in vendita», sono le sue parole. Concetti che non valgono per Repubblica, la Stampa e le altre testate del gruppo di cui ha gran fretta di disfarsi. Confidiamo che la sua uscita di scena dal mondo dell’editoria sia almeno dignitosa…”.
Seconda osservazione: se la Meloni fosse entrata a gamba tesa per bloccare una cessione di un gruppo, peraltro non si capisce con quali armi visto che sull’editoria non è possibile esercitare golden power, non sarebbe stata accusata di ingerenza, regime, manine e manone varie? E se il “veto” al greco avesse determinato la fine del gruppo Gedi e la perdita di posti di lavoro? La colpa sarebbe stata del governo? Infine, sui buoni rapporti con Elkann, “Repubblica” dimentica che da mesi il governo, nella persona del ministro Urso, duella con Stellantis per la tutela delle manovolanze e l’italianità di marchio e stabilimenti. Basterebbe leggere altri giornali. Perché su questo, nelle tante interviste di “Repubblica” a Landini, in effetti non c’è traccia.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Luca Maurelli - 15 Dicembre 2025