L'impegno di FdI
Sigfrido Ranucci, il livello di scorta innalzato grazie alla segnalazione di Chiara Colosimo
La presidente della Commissione Antimafia ha trasmesso al Viminale l'audizione del giornalista dopo l'attentato di ottobre scorso
Il Viminale ha disposto l’innalzamento della scorta per il direttore di Report, Sigfrido Ranucci, vittima di un attentato nell’ottobre scorso. A quanto si apprende, recentemente il presidente della commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, ha trasmesso al Viminale l’ultima audizione del conduttore Rai in commissione, in particolare la parte secretata. Da qui il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha girato la documentazione all’Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale (Ucis) e dopo una valutazione è stato infine innalzato il livello di sicurezza da quarto a secondo: dunque non più due ma quattro agenti di scorta oltre ad un’auto blindata in più.
L’attentato a Ranucci
Nella notte tra il 16 e 17 ottobre scorsi, l’auto di Sigfrido Ranucci e quella della figlia furono oggetto di un grave attentato. Entrambe le autovetture furono fatte esplodere. Indagano la Procura di Roma e l’Antimafia, per ora le ipotesi di reato sono di danneggiamento aggravato dal metodo mafioso.
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L’impegno serio del governo e di FdI e le calunnie vergognose
L’impegno di Chiara Colosimo, esponente di Fratelli d’Italia, e del governo Meloni, per garantire sicurezza a Ranucci e alla sua famiglia spengono le vergognose calunnie e le polemiche nate il giorno stesso il terribile attentato. Con Elly Schlein che andò al congresso del Pse a dipingere un Paese nel quale le auto dei giornalisti “scomodi” vengono fatte esplodere, ledendo l’immagine della nostra democrazia.
Fratelli d’Italia ha più volte sollecitato la magistratura inquirente a fare luce su quel grave fatto, per il quale si ipotizzano vendette trasversali da parte di organizzazioni mafiose, in relazione ad alcuni servizi mandati in onda dalla trasmissione di Raitre.
Sul tema, il partito ha anche rivolto un’interrogazione urgente al ministro della giustizia, Carlo Nordio. C’è la necessità di fare chiarezza e di fare presto giustizia. E di fare tacere un chiacchericcio assurdo e inconcepibile che offende non una parte politica ma il tessuto democratico di tutta la Nazione.
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