La ministra al Secolo d'Italia
Roccella: 17 dicembre è un giorno importante. Riconosciuta la specificità della violenza contro le donne
La nuova norma contro il femminicidio entra oggi in vigore ufficialmente dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale dello scorso 2 dicembre e rappresenta per l'Italia un passo decisivo
La battaglia contro il femminicidio non ha un colore politico e nemmeno una bandiera. Se oggi esiste uno specifico reato e un apposito articolo del codice penale, il 577-bis, che lo prevede è anche grazie al grande lavoro svolto da Eugenia Roccella. La ministra della famiglia, della natalità e delle pari opportunità oggi finalmente può dire di essere riuscita a scrivere un capitolo di storia nazionale, perché quel reato da oggi, 17 dicembre, entra ufficialmente in vigore. Al Secolo d’Italia che l’ha raggiunta telefonicamente, Roccella ha spiegato che quella che stiamo vivendo “è una giornata importante per la lotta alla violenza contro le donne. Da oggi di questo fenomeno sarà finalmente riconosciuta la specificità. Saman Abbas, ad esempio, è stata uccisa in quanto donna: se il fratellino avesse seguito i suoi stessi comportamenti, non sarebbe stato ammazzato“. E riconoscere una specificità non significa ovviamente che uccidere una donna sia più grave che uccidere un uomo. Significa maggiore formazione per gli operatori, significa una importante sensibilizzazione culturale, significa quel cambiamento diffuso nei confronti della libertà femminile che è presupposto indispensabile per combattere la violenza.
Il nostro ordinamento avanguardia nel mondo
La responsabile della famiglia, natalità e pari opportunità del governo Meloni sottolinea che “Con questa legge il nostro ordinamento si pone definitivamente all’avanguardia nel mondo, anche la relatrice ONU contro la violenza sulle donne ha definito l’Italia un esempio per le altre nazioni. Con il potenziamento del codice rosso, da oggi con il reato di femminicidio, ma anche con la nuova normativa sull’intelligenza artificiale che punisce chi danneggia altre persone diffondendo foto, video o voci alterate o contraffatte, abbiamo messo a disposizione strumenti importantissimi di prevenzione e repressione. Nei primi nove mesi del 2025 i femminicidi sono calati, ovviamente non ci accontentiamo ma crediamo che sia un segnale incoraggiante per andare avanti con sempre maggiore determinazione” conclude Roccella.
Le tappe della legge che introduce il reato di femminicidio
La legge contro il femminicidio rappresenta un passo decisivo nella risposta dell’Italia alla violenza contro le donne e nel riconoscimento della sua specificità. Il 25 novembre scorso, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Camera dei deputati ha approvato all’unanimità il disegno di legge del Governo, promosso dalla Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, assieme ai Ministro della giustizia, Carlo Nordio, e alla Ministra per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che introduce nel Codice penale italiano il reato di femminicidio, che ora è legge dello Stato. Il provvedimento, già approvato dal Senato lo scorso 23 luglio, è stato pubblicato in gazzetta ufficiale il 2 dicembre e dunque entra in vigore il 17 dicembre 2025.
Articolo 577-bis del Codice penale
Il nuovo articolo 577-bis del Codice penale stabilisce che “chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di odio o di discriminazione o di prevaricazione o come atto di controllo o possesso o dominio in quanto donna, o in relazione al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali è punito con la pena dell’ergastolo”.
Le aggravanti introdotte
Con la nuova legge sono introdotte nel Codice penale, specifiche aggravanti, anche ad effetto speciale (con aumento significativo della pena), per tutte le ipotesi delittuose ricomprese nell’ambito del c.d. Codice rosso, come anche per i reati c.d. spia, qualora determinati dalle stesse condizioni del femminicidio:
– maltrattamenti contro familiari e conviventi lesioni personali (art. 572 c.p.);
– lesioni gravi o gravissime, deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili, omicidio preterintenzionale (art. 585 c.p.);
– interruzione di gravidanza non consensuale (art. 593-ter c.p.);
– violenza sessuale aggravata (art. 609-ter c.p.);
– atti persecutori (art. 612-bis c.p.);
– diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (revenge-porn) (art. 612-ter c.p.).
Modifiche anche al Codice di procedura penale
Inoltre, la legge apporta alcune modifiche al Codice di procedura penale, in particolare con riferimento al diritto della persona offesa ad essere informata e audita dal pubblico ministero personalmente; all’introduzione dell’obbligo di informare la persona offesa della richiesta di patteggiamento, con la possibilità per la persona offesa di presentare memorie e deduzioni; alla deroga del termine di quarantacinque giorni di durata massima complessiva delle operazioni di intercettazione quando si procede per il delitto di femminicidio o per i delitti da Codice rosso; all’esame testimoniale, prevedendo che le domande e le contestazioni siano effettuate in modo tale da evitare l’esposizione della persona offesa esaminata a lesioni della dignità e del decoro e a ogni altra forma di vittimizzazione secondaria.
Rafforzamento degli obblighi formativi contro la violenza sulle donne
Per quanto riguarda la formazione, è introdotto un rafforzamento degli obblighi formativi in materia di contrasto alla violenza sulle donne e alla violenza domestica per i magistrati e per i professionisti sanitari. Fra gli scopi della formazione la prevenzione della vittimizzazione secondaria, e la promozione di una collaborazione con tutti coloro che operano nel settore della prevenzione e del contrasto alla violenza contro le donne e domestica.
Al Ministero della Salute tavolo tecnico sulle aggressioni legate agli stupefacenti
In materia di uso di sostanze stupefacenti, il Ministero della salute è istituito un tavolo tecnico permanente al fine di prevenire e contrastare aggressioni di tipo sessuale attraverso l’uso di sostanze stupefacenti composto da rappresentanti di diverse Amministrazioni, tra cui il Dipartimento per le pari opportunità, nonché da esperti con comprovata esperienza in materia di sostanze stupefacenti al fine di elaborare linee guida e raccomandazioni. Al riguardo, la legge prevede campagne di sensibilizzazione per la prevenzione delle aggressioni di tipo sessuale attraverso l’uso di stupefacenti.
Tutele per gli orfani di femminicidio e patrocinio a spese dello Stato
Infine, sono introdotte tutele per gli orfani di femminicidio anche in caso di relazione affettiva e garanzie di accesso delle donne vittime di violenza di genere al patrocinio a spese dello Stato.
Legge presentata dal Governo anche in sede internazionale
La legge è stata presentata dal Governo anche durante la Conferenza internazionale contro il femminicidio, organizzata in collaborazione con l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), che si è svolta a Roma il 21 novembre scorso. L’iniziativa ha riunito rappresentanti istituzionali, esperti e organizzazioni internazionali, confermando l’impegno dell’Italia nel contrasto alla violenza contro le donne e nella promozione di strumenti giuridici avanzati e condivisi finalizzati a questo scopo.
Esperti accolgono la norma favorevolmente
Il 2 dicembre, inoltre, il Gruppo di esperti sulla violenza contro le donne del Consiglio d’Europa (GREVIO) ha pubblicato il suo primo rapporto tematico dedicato all’Italia, accogliendo con favore il significativo sviluppo del quadro legislativo nazionale. Il rapporto sottolinea come le recenti riforme dimostrino un chiaro impegno nell’attuazione della Convenzione di Istanbul e riconosce le numerose misure adottate dal Governo italiano per rafforzare la prevenzione del fenomeno e la protezione delle vittime.
Apprezzamento anche dal Consiglio d’Europa
Sull’introduzione del reato di femminicidio, in particolare, il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Alain Berset, ha espresso apprezzamento per il voto unanime del Parlamento italiano, definendolo “un passo importante che segna un cambiamento culturale nel modo in cui affrontiamo la violenza contro le donne e la violenza domestica. Proteggere donne e ragazze non è soltanto un obbligo giuridico, ma un imperativo morale”.