Stilettata a Schlein
Renzi ad Atreju, clima incandescente tra lapsus e liti con Calderoli e Rampelli. Casellati lo bacchetta: “Al Senato non vieni mai”
L'ex premier apre sul premierato ma dimentica che la legge sull'elezione diretta è stata già approvata al Senato e ironizza sull'assenza di Schlein: tensione con la ministra per le riforme
Matteo Renzi arriva ad Atreju, lancia una stilettata a Elly Schlein per il gran rifiuto alla presenza alla kermesse di FdI, battibecca con Roberto Calderoli sull’Autonomia differenziata, litiga con Elisabetta Casellati, e chiede a Giorgia Meloni di rivedere la legge elettorale inserendo le preferenze. E ricevendo la dura replica di Elisabetta Castellati e Fabio Rampelli.
Le parole dell’ex premier e il si al Premierato
Parlando della scelta di Elly Schlein di non venire ad Atreju, l’ex premier ha detto che, “la cosa è molto semplice. Ognuno ha un suo stile. Quando ero presidente del Consiglio ho dialogato con Giorgia Meloni che aveva allora il 3%, ero un po’ il mondo alla rovescia”.
Poi il no all’Autonomia differenziata: “Sull’autonomia aspettiamo che veniate in Parlamento, sono tre anni e mezzo e avete portato la riforma solo in campagna elettorale. Al momento l’autonomia è nel libro dei sogni, dopodiché se Calderoli la riesce a realizzare che sia un po’ meno porcata delle altre cose che ha fatto”.
Quindi il si al Premierato: “Io sono il primo firmatario di una proposta sull’elezione diretta del premier. Fratelli d’Italia aveva proposto il presidenzialismo. Io sono favorevole all’elezione diretta del premier”
Il lapsus sul Premierato e la legge elettorale
Renzi ha dapprima commesso un lapsus sul Premierato, “non ancora approvato al Senato” (cosa non vera) che vede la risposta forte di Elisabetta Castellati: “Veramente è stato approvato in prima lettura, si vede che al Senato non ci vieni mai”. Poi la proposta sulla legge elettorale: ” Va capito che tipo di legge fanno. Se fanno una legge perbene noi ci siamo. Le preferenze le mettono o no nella legge elettorale? Meloni le voleva, ci dica oggi cosa vuole”. Con Casellati che alza la mira: “Dal 2012 al 2022 si sono succeduti cinque governi: Monti, Renzi , Gentiloni, Conte I, Conte II e Draghi. Questa instabilità è costata all’Italia 265 miliardi di euro di interessi sul debito pubblico, una cifra superiore all’importo complessivo delle risorse del PNRR. Risorse che, con maggiore stabilità, avrebbero potuto essere impiegate meglio per rispondere alle esigenze di tanti cittadini italiani“.
Crosetto e Donzelli fanno da pacieri
A interrompere un nuovo battibecco tra Casellati e Renzi è il responsabile dell’Organizzazione di FdI Giovanni Donzelli, che prende il microfono, ringrazia e precisa rivolgendosi al leader di Iv: “Qui non ti ha fischiato nessuno”. Sul palco, al termine, arriva anche il ministro Guido Crosetto, che, scherzando, prende in braccio di peso Renzi come a volerlo portare via dal palco.
Le dure risposte di Calderoli e Rampelli: “Il popolo non vi vota”
A rispondere a muso duro al leader di Italia Viva, il ministro delle Regioni Roberto Calderoli, e il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli.
Calderoli ha detto: “Non vedo l’ora di arrivare all’elezione diretta del premier, perché nella mia di riforma, e io non rinnego niente, anzi io son coerente col passato diversamente da chi sosteneva una cosa nel 2001 e oggi ha cambiato idea, del 2005 ho messo l’elezione diretta del premier un po’ meno timida di quella che proponiamo oggi. Non riceveva la fiducia perché era eletto dal popolo, nominava e revocava ministri, aveva in più la sfiducia costruttiva che io apprezzo e continuerò ad apprezzare. Io sul premierato sono assolutamente d’accordo perché non c’è maggior legittimità di un presidente del Consiglio votato dagli italiani. Chiunque possa dire ‘le deriva’, se voi avete paura del popolo, il popolo vi ha già abbandonato, non vi vota più“.
Fabio Rampelli ha usato l’arma dell’ironia: “Ringrazio Renzi per avere detto di sentirsi come ci sentiamo noi quando siamo ospiti nei talk di La7”. Poi è entrato nel merito: “La riforma dell’autonomia è bilanciata dal premieranno che rafforzerà lo Stato. La sinistra in passato ha fatto danni su questo tema, ora il bilanciamento c’è anche grazie ai Lep”. Sull’ex presidente del Consiglio, Rampelli è stato caustico: “Sei un fenomeno”, con un finale tutto da leggere: “La proposta di riforma costituzionale di Matteo Renzi non prevedeva l’elezione diretta né del presidente del Consiglio né del presidente della Repubblica né dell’amministratore di condominio. Quando Renzi aveva i poteri per fare la riforma poteva presentarla così come la descrive oggi: l’emendamento di cui parla era da fare quando aveva il potere di governo”.
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