“Agli attacchi della sinistra rispondiamo con un detto arabo: i cani abbaiano, la carovana passa”. Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, a Radio Atreju dove è intervenuto al termine del dibattito “Pasolini e Mishima: poeti fuori dagli schemi”.
La nuova egemonia della destra di governo passerà attraverso l’ironia, la vera arma tagliente in grado davvero, e da sempre, di azzerare il nemico. “Non siamo quelli dell’amichettismo, ma chi ci accusa fa parte del nemichettismo, che stasera coniamo come termine da cucire addosso a tutti quelli che ci accusano di fare cultura liberamente” dice Giuli.
Tra Pier Paolo Pasolini e Yukio Mishima “ci sono molti più punti in comune di quanto si possa immaginare” esordisce il ministro della Cultura che, oltre alla “maschera tragica” e alla “poetica del gesto esemplare” incarnata dai due poeti sottolinea quanto entrambi abbiano “praticato nella scrittura la più grande libertà”. Insomma, di fronte alle accuse nei confronti di chi intende praticare ancora il gioco degli steccati culturali e “se proprio dobbiamo trovare un aggettivo, ironico o autoironico è quello che definisce meglio colui che è aperto alla vita e al confronto e non è un lugubre nemichettista: nemico giurato della bellezza”.
Mollicone: abbiamo smesso di giocare con le appartenenze
“Non stiamo qui a rivendicare il Mishima di destra, il Pasolini di sinistra o viceversa. Noi siamo qui ad affermare una visione della cultura e della vita che fa della sintesi la sua essenza. Da decenni abbiamo smesso di giocare con le appartenenze. Noi riteniamo che la poetica di Mishima e quella di Pasolini siano assolutamente simmetriche e parallele e in questo parallelismo noi troviamo la nostra visione del mondo”. Così il presidente della Commissione cultura della Camera Federico Mollicone. “La sinistra se ne deve fare una ragione perché qui ad Atreju troverà sempre il confronto tra personaggi apparentemente lontanissimi, troverà sempre la libertà e il pluralismo”, ha aggiunto Mollicone.
Roccella: gli intellettuali di sinistra hanno paura di uscire dalla loro confort zone
“Non ho mai creduto che ci fosse un’egemonia culturale di sinistra. C’era una struttura di potere ben organizzata con figure anche importanti come l’editore Einaudi. Oggi questo non c’è più: c’è un piccolissimo potere spaventato e che non riesce ad aprirsi. Oggi qui ad Atreju parliamo di tutto e con tutti, mentre per i libri non si può assolutamente accettare che ci sia un piccolo editore di destra”. Così la ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella. “Altro che egemonia. Oggi c’è una paura degli intellettuali anche giovani di sinistra di uscire dalla propria comfort zone, a dare un’occhiata al mondo intorno e ai cambiamenti che ci sono”, ha aggiunto.