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No di Bologna al corso universitario per i militari, Meloni: “Inaccettabile, basta delegittimazione ideologica delle forze armate”

Lo scivolone dell'ateneo

No di Bologna al corso universitario per i militari, Meloni: “Inaccettabile, basta delegittimazione ideologica delle forze armate”

Politica - di Sara De Vico - 1 Dicembre 2025 alle 16:15

Una decisione inaudita. Anche il governo prende posizione sul no del dipartimento di Filosofia dell’Università di Bologna alla richiesta del capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il generale Carmine Masiello, di avviare un corso di laurea per 10-15 giovani ufficiali dell’esercito. Motivo? Il rischio di una presunta ‘militarizzazione”. La premier Giorgia Meloni scende in campo in prima persona. “Ritengo che la decisione assunta dal Dipartimento di Filosofia dell’Università sia un atto incomprensibile e gravemente sbagliato. Non si tratta solo di una scelta inaccettabile, ma di un gesto lesivo dei doveri costituzionali che fondano l’autonomia dell’Università. L’Ateneo – sottolinea la presidente del Consiglio –  in quanto centro di pluralismo e confronto ha il dovere di accogliere e valorizzare ogni percorso di elevazione culturale. Restando totalmente estraneo a pregiudizi ideologici”.

No al corso di filosofia per allievi, Meloni: decisione anticostituzionale

“Questo rifiuto implica una messa in discussione del ruolo stesso delle Forze Armate, presidio fondamentale della difesa e della sicurezza della Repubblica, come previsto dalla Costituzione. Arricchire la formazione degli ufficiali con competenze umanistiche è un fattore strategico che qualifica ulteriormente il servizio che essi rendono allo Stato. È proprio in questa prospettiva di difesa e di impegno strategico, spesso in contesti internazionali complessi, che la preparazione non può essere solo tecnica. Avere personale formato anche in discipline umanistiche – dice ancora Meloni – garantisce quella profondità di analisi, di visione e di pensiero laterale essenziale per affrontare le sfide che alle Forze Armate sono affidate. Una preparazione completa è garanzia di professionalità per l’intera Nazione”. La nota si conclude con il pieno e incondizionato sostegno all’esercito e alle forze Armate. “Condanno fermamente ogni tentativo di isolare, delegittimare o frapporre barriere ideologiche a un dialogo istituzionale così fondamentale per l’interesse nazionale”.

Bernini: così l’ateneo rinuncia alla sua missione formativa

Sul niet al percorso di studi per gli allievi ufficiali, che ha destato grande delusione nel generale Masiello, sono già intervenuti i ministri dell’Università,  della Difesa e dell’Interno, Bernini, Crosetto e Piantedosi. Per la prima la mancata attivazione del corso “non è soltanto una scelta discutibile, ma una rinuncia alla propria missione formativa”. E ancora: “Un dipartimento che teme la “militarizzazione” davanti a un percorso di studi – ha sottolineato Bernini – rischia di compromettere la funzione stessa del sapere: aprire, non chiudere; includere, non escludere”.

Crosetto ai prof: stiano tranquilli, quelli ufficiali li difenderanno ugualmente

Crosetto dai social si rivolge direttamente ai professori dell’ateneo bolognese. “Possono stare tranquilli: quegli ufficiali che loro oggi rifiutano sdegnati, oggi, domani e sempre, saranno pronti a difenderli ugualmente, ove e in caso fosse necessario», ha scritto su X. “Spero solo che, ove e se (Dio non voglia) ciò accadesse, questi professori saranno, almeno moralmente, a fianco delle forze armate che hanno giurato di difendere, sulla Costituzione, sempre e ovunque ogni cittadino italiano. Come fanno già tutti i giorni”.

Piantedosi: l’università non è una sede di partito

“Mi addolora – ha scritto su X il ministro Piantedosi – ancora di più che tutto questo sia avvenuto proprio in una città colta e aperta come Bologna, nella più antica Università al mondo, che rappresenta un punto di riferimento internazionale dei valori di laicità, cultura e pensiero”. L’inquilino del Viminale poi ha criticato apertamente a gestione del rettore Giovanni Molari. “Un’università non può essere gestita come una sezione di partito, chiudendosi rispetto all’esterno”.

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di Sara De Vico - 1 Dicembre 2025