Nessuno strappo con la Lega
Niente soldati, Mantovano: “Spediremo a Kiev aiuti civili”. Allo studio del governo un decreto ponte
Niente soldati italiani in Ucraina. Lo ha ribadito a chiare lettere la premier Giorgia Meloni nella comunicazioni alle Camere in vista del Consiglio europeo. Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, intervistato da Repubblica entra nel merito. Dal 2026 l’Italia spedirà principalmente “aiuti civili” (soprattutto generatori elettrici). Sul tema è allo studio di Palazzo Chigi un “decreto ponte”.
Kiev, Mantovano: spediremo principalmente aiuti civili
L’opzione di rivedere la formula del decreto legge per fornire assistenza all’Ucraina è sul tavolo del governo. “Si tratta di capire se c’è bisogno di una norma ponte”, spiega il braccio destro della premier. “Dobbiamo capire se va riproposto il decreto precedente cambiando solo la data oppure se ci deve essere qualcos’altro e questo qualcos’altro sono gli aiuti civili». Volodymyr Zelensky, nella sua ultima visita a Roma , ha ringraziato Meloni anche per questo specifico tipo di sostegno. C’è bisogno di una norma ad hoc? “Sì, perché sono consistenti gli aiuti di questo tipo di cui c’è bisogno, dai generatori agli strumenti per le forniture di energia, sono le infrastrutture più devastate di recente”.
Decreto ponte sul tavolo del governo il 29 dicembre
Il nuovo decreto è atteso nel Consiglio dei ministri del 29 dicembre. L’ultima seduta prima di capodanno (e quindi della scadenza della vecchia legge) si concentrerà sul dossier aiuti civili a Kiev. Chiara la postura del governo e non da oggi. Che fa giustizia delle narrazioni esasperate sulla stampa di insanabili frizioni nella maggioranza con il pressing della Lega. Matteo Salvini, reduce dall’assoluzione definitiva su Open Arms, la fine di un incubo durato sette anni, dai microfoni di Bruno Vespa, si è mostrato più morbido. Il Carroccio “vuole un cambio di passo per i nuovi decreti sulle armi, li voteremo se ci sono delle novità rispetto agli anni passati. Bisognerà parlare di difesa e non di attacco”.
Salvini ammorbidisce le posizioni: chiediamo un cambio di passo
Parole che riducono le distanze con gli alleati. Parole preparatori alla modulazione del nuovo provvedimento, che poi dovrà essere convertito dalle Camere entro sessanta giorni. Anche il presidente dei senatori leghisti, Massimiliano Romeo, spiega la posizione del partito strumentalizzata dalle opposizioni. E respinge le accuse di filo-putinismo rivolte dalle sinistre. “Si tratta di ipotesi, il dossier deve essere aperto”, sottolinea Mantovano più concentrato sul da farsi che sulle polemiche. Di armi non c’è traccia nella risoluzione del centrodestra approvata alla Camera e al Senato.