La fiera dei veleni
La pagliacciata antifascista alla fiera del libro si chiude con una rissa a sinistra tra Saviano e Zerocalcare
“Si può scegliere di non andare, certo, ma proclamare ogni singola volta la propria scelta — ‘non vado lì perché c’è questo’, ‘non vado lì per quest’altro motivo’ — diventa solo un modo per dirsi e dire ai propri che si è ‘puri’, diversi, coerenti. E davvero ci cascano? Nessuno di noi è puro. Ognuno di noi lavora, volente o nolente, con multinazionali che limitano diritti sindacali o che eludono il fisco tramite piattaforme offshore e il problema è il banchetto di libri. Ma dai”. La pagliacciata antifascista della Fiera “Più Libri Più Liberi” si chiude con la rissa finale a sinistra e quelle parole durissime di Roberto Saviano su Repubblica, che commenta la decisione del fumettista Zerocalcare di non partecipare alla fiera romana per protestare contro la scelta dell’Aie di ospitare la casa editrice Passaggio al bosco.
Saviano contro Zerocalcare: “Alla Fiera vendono anche il libretto rosso di Stalin”
“Pensare che la presenza di case editrici di estrema destra debba determinare la mia presenza qui mi ha fatto molto pensare – ha dichiarato -. Tra chi ha firmato” la lettera contro la presenza di Passaggio al Bosco a Più Libri Più Liberi “nessuno è stato processato da CasaPound, io sì. Hanno perso e non mi hanno pagato niente. Per anni mi hanno attaccato. Io li odio. Mi hanno fatto striscioni dunque andassi, con scritto ‘Saviano cantastorie’ perché parlavo dei loro legami con criminali a Ostia”. “Le persone di quel mondo quando riescono ad accedere a un’iniziativa democratica come questa non vedono l’ora di essere attaccate”, ha aggiunto, rivelando di avere “studiato questi testi, che a volte disprezzo ma che mi hanno insegnato. Julius Evola è stato fondamentale per me, ne vedo la qualità filosofica, pure l’orrore, ne prendo le distanze, non posso leggere solo spazi in cui mi trovo confortato. Bisogna leggere questi testi per capire il loro fascino, quello che ha sui ragazzini”. “Per me non bisogna avere mai paura dei libri – ha proseguito Saviano -. Ho visto che viene venduto pure il libretto rosso di Stalin. Non è condividere spazi coi nazisti a permettere loro di andare avanti”, ma “andare ad Atreju”, un “luogo che è stato fucina di estremismo ed è stato lentamente trasformato in uno spazio di democratico confronto”.