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La legge di Bilancio spiegata bene da Filini: è finito il mercato delle vacche della sinistra, il governo segue una rotta precisa

Opposizioni sconfessate

La legge di Bilancio spiegata bene da Filini: è finito il mercato delle vacche della sinistra, il governo segue una rotta precisa

Politica - di Redazione - 21 Dicembre 2025 alle 12:28

Quelli che si stracciano oggi le vesti per le revisioni alla manovra e per il maxi-emendamento del governo “sono gli stessi che lo giudicavano come normalità quando erano maggioranza”. Lo sottolinea oggi sulle colonne de Il Tempo Francesco Filini, deputato di Fratelli d’Italia e responsabile programma del partito, in un parallelo tra le legge di bilancio del governo Meloni e quella dei vari governi Conte e Draghi.

I due pesi e le due misure dell’opposizione

il deputato di FdI evidenzia infatti l’ipocrisia delle opposizioni, che oggi criticano le revisioni del testo e il maxi-emendamento del governo Meloni, le stesse pratiche che in passato, quando erano al potere (governo Conte I, Conte II e Draghi), consideravano una “normalità” o una “prassi”. Questo atteggiamento è descritto come un “macigno” lasciato in eredità, un approccio che rischia di rompere il patto di fiducia con gli italiani.

Filini sul Tempo: “Prima si navigava a vista, ora si segue una rotta”

La distinzione cruciale, sottolinea Filini nell’intervento pubblicato dal quotidiano diretto da Daniele Capezzone, risiede nella visione e nella direzione politica. I governi precedenti, supportati da maggioranze eterogenee e senza un denominatore comune, erano paragonati a una nave che “navigava a vista”, cambiando timoniere ed equipaggio a ogni giro di boa. Le loro leggi di bilancio, processate da variopinte maggioranze, assomigliavano più a un “mercato delle vacche” che a una manovra finanziaria seria.

Si maneggiavano soldi pubblici con “misure da Zimbabwe”

Filini ha gioco facile nell’indicare misure disastrose dei governi precedenti. «Le leggi di bilancio degli esecutivi passati, processate dalle variopinte maggioranze che li sostenevano, erano più simili a un mercato delle vacche che a una manovra finanziaria». Infatti, «si maneggiavano i soldi pubblici con grande leggerezza, varando in alcuni casi misure filosoficamente molto vicine allo Zimbabwe di Robert Mugabe: da lì sono nati i vari redditi di cittadinanza, bonus laqualunque, banchi a rotelle e superbonus». 
Il governo Meloni, al contrario, ricorda il parlamentare di Fratelli d’Italia, è dotato di un chiaro mandato popolare e di un vincolo di serietà e rispetto verso gli elettori. L’esecutivo segue con determinazione la rotta tracciata da un programma sostenuto dal consenso della maggioranza.

I sucessi del governo Meloni premiati dalle agenzie di rating

Nonostante uno scenario economico difficile (inflazione, crisi energetica, rialzo dei tassi BCE), l’Italia di oggi presenta risultati positivi: oltre un milione di lavoratori in più, record di occupazione femminile, disoccupazione ai minimi storici, meno evasione fiscale ed economia sommersa, quarto posto tra le potenze esportatrici mondiali, spread a 68 punti base senza l’ombrello della BCE, salari in crescita oltre l’inflazione grazie ai tagli delle tasse.
Non propaganda, ma risultati certificati anche da parte delle agenzie di rating, come Moody’s, che hanno effettuato degli upgrade dopo anni di downgrade. A sinistra, conclude Filini, hanno perso il senso della misura, «come nel caso della boutade sulla pressione fiscale. Un’altra clamorosa cantonata presa da una sinistra che non solo non ha più argomenti, ma che dimostra una crassa ignoranza sui fondamentali dell’economia». 

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di Redazione - 21 Dicembre 2025