Da Bruxelles a Strasburgo
Immigrazione e business, l’Europa segue il modello Meloni. Von der Leyen: “Porre fine ai traffici di esseri umani”
La lotta ai trafficanti, battaglia storica della premier, diventa il cuore della conferenza dell'Alleanza globale convocata dalla von der Leyer. Intanto il Consiglio d'Europa guarda a nuovi modelli, sulla scorta del protocollo Italia-Albania
Migrazione e business: quello che fino a qualche anno fa era un binomio di cui parlava solo il centrodestra italiano in generale e Giorgia Meloni in particolare, oggi è diventato il fulcro del dibattito europeo. Lo dimostra la conferenza internazionale sull’Alleanza globale che si è riunita a Bruxelles sotto la direzione della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen proprio per ragionare su come contrastare il traffico di migranti attraverso un rafforzamento della cooperazione globale nella lotta alle reti translazionali.
Sul fronte dell’immigrazione, dunque, l’Europa cambia rotta e segue la linea del governo italiano, come dimostrano le parole della Von der Leyen: “Porre fine al modello di business del traffico di migranti in tutto il mondo” perché “devono essere gli europei a decidere chi arriva” e “in quali circostanze, non i trafficanti”. Accogliendo “con favore” i progressi compiuti dall’Ue negli ultimi due anni, tra cui la recente adozione di una posizione comune al Consiglio europeo su rimpatri e Paesi sicuri, la numero uno della Commissione ha sottolineato che da inizio 2025 i numeri dei migranti “sono diminuiti del 26% sulle rotte chiave”, dato che si aggiunge al calo del 37% del 2024, anno in cui l’Ue ha sequestrato 12 milioni di euro in beni illegali legati al traffico di esseri umani, tra cui barche e armi. “Ma devo dire che smantellare le reti rimane estremamente difficile. Non è sufficiente prendere di mira un anello della catena del traffico. Dobbiamo colpire l’intera rete” ha detto von der Leyen.
Da Strasburgo il Consiglio d’Europa guarda al “protocollo Albania”
E mentre a Bruxelles si riunisce la conferenza internazionale sull’Alleanza globale per parlare di contrasto all’immigrazione clandestina e al business che che questa rappresenta, arriva da Strasburgo un’altra conferma per il governo Meloni: alla riunione dei ministri del Consiglio d’Europa, una delle quattro proposte messe sul tavolo del segretario generale Alain Berset è quella sull’elaborazione di “un modello di accordo, conforme al diritto internazionale, per il rimpatrio dei richiedenti asilo respinti o privi del diritto di soggiorno e per l’esternalizzazione della gestione migratoria” anche attraverso l’utilizzo di “hub” che gli Stati membri del Consiglio d’Europa potrebbero attivare in collaborazione con Paesi terzi. In pratica sul modello del protocollo tra Italia e Albania messo in atto dal governo Meloni e tanto attaccato dalla sinistra italiana.
Meloni: Soluzioni come protocollo Albania diventate prassi comune
E proprio del protocollo Albania il premier Giorgia Meloni ha parlato in video-collegamento con Bruxelles: sul fronte della gestione del fenomeno migratorio “Abbiamo lavorato per proporre soluzioni innovative, oggi sempre più considerate con interesse e che stanno gradualmente diventando prassi comune. Mi riferisco innanzitutto al protocollo firmato con l’Albania” che “consente di processare le richieste d’asilo e le procedure di rimpatrio fuori dall’Ue ma sotto giurisdizione europea. Questo modello ha aperto la strada anche a livello europeo, come dimostra l’accordo raggiunto pochi giorni fa dai Ministri degli Affari Interni dell’Ue sull’introduzione del concetto di Paese terzo sicuro, della Lista Europea dei Paesi di Origine Sicuri e sul nuovo Regolamento Rimpatri, che prevede la possibilità di istituire hub di rimpatrio in Paesi terzi. Abbiamo creduto sin dall’inizio in queste scelte perché siamo convinti che permettano procedure più rapide e affidabili, oltre a costituire un deterrente efficace contro chi ha fatto del traffico di esseri umani un’attività criminale odiosa”.
“Questa stessa logica – ha continuato Meloni – ispira la decisione di avviare una riflessione sulla capacità delle convenzioni internazionali di affrontare le sfide della migrazione irregolare contemporanea e della sicurezza. La nostra proposta ha raccolto progressivamente consenso e si sta ora traducendo in un primo dibattito politico presso il Comitato dei Ministri a Strasburgo, formalizzato in una dichiarazione politica promossa da Italia e Danimarca e firmata da 27 Paesi, cioè più della metà del Consiglio d’Europa. I risultati raggiunti negli ultimi anni ci incoraggiano ad andare avanti e ci indicano che siamo sulla strada giusta”.
Gli obiettivi dell’alleanza globale coincidono con approccio Italia
La presidente del Consiglio ha poi sottolineato che “L’Italia crede fermamente in questa alleanza e la sostiene con fermezza perché i suoi obiettivi coincidono con l’approccio che l’Italia persegue da tempo. Questo approccio richiede la più ampia cooperazione possibile per ottenere risultati concreti, per questo uno dei nostri focus è sempre stato la dimensione esterna. Oggi, ad esempio, il Piano Mattei per l’Africa, un’iniziativa che il governo italiano sta portando avanti, non è più solo un’iniziativa italiana, ma è diventata una strategia europea e internazionale che può contare su sinergie strutturate a vari livelli con il Global Gateway dell’Unione Europea, una cooperazione che vale già oltre 1,2 miliardi di euro e mira a realizzare progetti e investimenti nel continente africano che possano generare uno sviluppo socioeconomico stabile e duraturo. Ma è un impegno che anche l’Italia sta perseguendo con il proprio processo su migrazione e sviluppo a cui molti di voi stanno già contribuendo e che si sta rivelando uno strumento molto efficace per coordinare, ad esempio, gli sforzi collettivi sui rimpatri volontari assistiti”.
Progetto dell’Alleanza articolato su tre principi. Si parte dalla prevenzione
La presidente della Commissione Ue von der Leyen ha anticipato che il progetto promosso dall’Alleanza si baserà su tre principi: prevenire i viaggi offerti dai trafficanti, rispondere al loro modello di business in costante evoluzione, e mostrare alle potenziali vittime che esistono sempre alternative più sicure. Sul versante della prevenzione, il fulcro delle partnership in seno all’Alleanza è quello di “attrarre investimenti e creare posti di lavoro locali affinché molti più cittadini possano trovare opportunità a casa”, in parallelo a più investimenti nella gestione della migrazione, nel controllo delle frontiere e nella lotta al traffico. Uno degli obiettivi andando avanti sarà la creazione di campagne di informazione a risposta rapida, adattate a, e in collaborazione con, i Paesi di origine. Infine, nella sfera digitale, è operativo da maggio un progetto per contrastare la pubblicità dei servizi dei trafficanti sulle piattaforme digitali, così come avviene da più tempo con la propaganda terroristica e gli abusi sui minori, col supporto di Europol, spiega von der Leyen, sottolineando che solo due mesi fa un’operazione congiunta ha portato all’identificazione dei profili social collegati ai trafficanti e causato “un’interruzione su larga scala” dei loro affari: “se sono offline, sono fuori mercato”.
Seconda parte del progetto: rafforzamento degli agenti
La seconda parte del progetto parte proprio dal rafforzamento di Europol in termini di finanziamenti e personale, insieme alla proposta di triplicare le forze di Frontex contro 30.000 agenti. Servire poi evolversi per adeguarsi ai modelli operativi delle bande di trafficanti, migliorando, per esempio, la tracciabilità dei flussi di denaro e le banche clandestine cooperando più strettamente tra partner dell’Alleanza. Si passa poi da “strumenti legali più forti” al fine di agire sulle informazioni per smantellare il business criminale: per questo l’Ue sta sviluppando “un nuovo rigoroso regime di sanzioni contro i trafficanti” in coordinamento anche col G7. Congelando i beni e vietando i viaggi, l’obiettivo è quello di usare “tutti i mezzi possibili” per mandare in bancarotta i trafficanti. Anche sul fronte dei trasporti serve adeguarsi alle nuove tecniche, spiega von der Leyen: da barche e camion privati si sta passando sempre più al trasporto commerciale. “Recentemente abbiamo avuto una svolta significativa sotto la guida europea: grazie alla nostra iniziativa, l’autorità internazionale di regolamentazione aerea, Icao, intensificherà i suoi sforzi per prevenire il traffico di migranti e la migrazione illegale. Questo è un grande passo avanti: gli operatori del trasporto aereo e gli aeroporti lavoreranno più strettamente con le forze dell’ordine per incoraggiare i flussi illegali e aiutare le persone bisognose”, prosegue, ringraziando i presenti per averlo reso possibile.
Terza parte: alternative ai trafficanti
La terza parte del progetto mira a promuovere alternative più sicure al passaggio offerto dai trafficanti di esseri umani, che spesso si tramuta in sfruttamento lavorativo senza diritti né protezioni, “una forma di schiavitù moderna” che va combattuta, prosegue la leader dell’esecutivo Ue, secondo cui va dato all’Autorità europea del lavoro “un nuovo potente mandato per aiutare gli Stati membri a sradicare lo sfruttamento lavorativo“. In parallelo, con i progetti dell’iniziativa europea da 300 miliardi di euro Global Gateway, l’Ue sta “creando buoni posti di lavoro in tutto il mondo” e “investendo massicciamente in competenze e formazione professionale” che andrebbero coniugati all’apertura di percorsi sicuri e legali verso l’Europa. “Dobbiamo assicurarci che le persone possano trovare un lavoro dove il loro talento è necessario, abbinare le competenze”, modello al centro della nuova partnership sui talenti promossa dall’Ue, che offre permessi di lavoro per entrare in Europa, a cui hanno aderito cinque Stati membri: “speriamo che altri di voi seguano”.
La Conferenza internazionale 2025
Convocata dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e dal Commissario per gli Affari interni e la migrazione, Magnus Brunner , la seconda Conferenza internazionale dell’Alleanza globale per contrastare il traffico di migranti è tornata a riunirsi oggi a Bruxelles. Basandosi sullo slancio internazionale acquisito dall’avvio della Global Alliance nel novembre 2023, la conferenza riunisce rappresentanti degli Stati membri, partner chiave, agenzie dell’UE e organizzazioni internazionali per rafforzare la lotta contro il traffico di migranti. Oltre alla premier italiana Meloni e a Ursula von der Leyen, hanno partecipato tra gli altri: Henna Virkkunen, vicepresidente esecutivo della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, Maria Luís Albuquerque, Commissaria per i servizi finanziari e l’Unione del risparmio e degli investimenti, Jozef Síkela, Commissario per i partenariati internazionali.