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Sondaggio Pagnoncelli, chi voterebbero gli astensionisti costretti alle urne? Per FdI e governo Meloni

L'Esercito silenzioso

Il sondaggio disintegra l’illusione della sinistra, Meloni leader anche tra gli astensionisti: se votassero opterebbero per FdI

L'indagine di Nando Pagnoncelli realizzata per La7 e illustrata ieri sera a DiMartedì rivela che, se chi non si reca alle urne fosse obbligato a votare, Fratelli d'Italia si attesterebbe sempre come primo partito, smentendo categoricamente che i voti di chi non si esprime nei seggi sarebbero tutti vuoti a perdere appannaggio dei dem, al cui interno poi, il M5S fagociterebbe il Pd

Politica - di Ginevra Sorrentino - 3 Dicembre 2025 alle 15:45

Un’analisi condotta da Nando Pagnoncelli di Ipsos Italia per DiMartedì su La7, ieri (martedì 2 dicembre ndr) ha rivelato uno scenario politico intrigante, concentrandosi su una fascia di elettorato solitamente passiva: gli astenuti. Smentendo categoricamente, e con la veridicità della matematica percentuale, l’ipotesi peregrina lanciata nei giorni dalla ex Pd Rosy Bindi – tanto per citare l’ultimo esempio di una scuola di pensiero spesso in voga –, sempre su La7, anche se in un latro programma che i voti di chi non vota sarebbero tutti vuoti a perdere appannaggio della sinistra.

Sondaggio Pagnoncelli per La7: anche tra gli astensionisti Meloni mantiene la trazione

Ma procediamo con ordine, e partiamo dai numeri per l’appunto. L’obiettivo dell’indagine era sfidare l’ipotesi che la non partecipazione al voto nascondesse una totale assenza di preferenze politiche. Il sondaggio, allora, ha posto una domanda chiara e diretta a coloro che hanno dichiarato la volontà di astenersi (circa il 42% del campione): per quale partito voterebbero se la partecipazione elettorale fosse obbligatoria? I risultati non lasciano margine al dubbio. Anzi, di più: delineano un quadro in cui l’attuale equilibrio di potere, pur con proporzioni diverse, verrebbe platealmente confermato.

Stando all’indagine, il voto degli astenuti fa crollare la convinzione della sinistra

Dunque, stando al report illustrato ieri da Pagnoncelli a Giovanni Floris, se l’Italia dell’astensione fosse costretta a recarsi alle urne, il partito della presidente del Consiglio, Fratelli d’Italia, continuerebbe a detenere la leadership, e raccoglierebbe il 20,3% delle preferenze in questa fascia di elettori “dormienti”. Un dato decisamente  significativo che sta a indicare che, pur senza replicare i margini di vantaggio riscontrati tra chi dichiara di votare regolarmente, una fetta consistente del non voto non è frutto di un sentimento di antipolitica o di una indecisione pura, ma risponderebbe a un’area di affiliazione latente che, se mobilitata, si orienterebbe in modo chiaro verso il partito di maggioranza.

Astensionisti al voto: ecco cosa rivela il sondaggio Pagnoncelli

E allora vediamole queste percentuali, sia quelle a favore dell’opposizione che quelle a vantaggio (si fa per dire) delle opposizioni, enucleate dal sondaggio e spiegate dal suo realizzatore ai telespettatori de La 7. Dunque: all’interno della coalizione di governo, stante il primato di FdI confermato dal sondaggio anche tra gli astensionisti, le altre forze si distribuirebbero come segue: Forza Italia (FI): 9,8%. Lega: 6,9%. Noi Moderati: 0,8%. Pertanto, complessivamente, il blocco di centrodestra otterrebbe un consenso superiore al 37% anche nella simulazione sul voto obbligatorio.

Nel centrosinistra, secondo l’indagine il M5S fagociterebbe il Pd di Schlein

Ancora: la dinamica più rilevante sul fronte dell’opposizione, invece, è il netto ribaltamento nei rapporti di forza tra le due principali formazioni: con il Movimento 5 Stelle (M5S) che, stando all’indagine demoscopica realizzata per La7, si posizionerebbe come il secondo partito in assoluto tra gli astenuti forzati a esprimersi alle urne, ottenendo un robusto 19,8%. Il Partito democratico, invece, si fermerebbe molto più indietro: appena al 13,7%.

Uno scarto non da poco, quello che separa gli ami-nemici giallorossi, che suggerisce che il M5S, con il suo posizionamento antisistema e la sua retorica di rottura, riesce a strappare ancora una presa notevolmente più forte del Pd tra l’elettorato che ha scelto di disattendere le urne. Asseverando di fatto che, tra punte estreme e moderati polarizzati sul centro, nell’area di protesta e insoddisfazione, Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) strappa un 7,8% e Azione di Carlo Calenda, a sua volta, un sostanzioso 6,0%.

Una sola verità dal sondaggio Pagnoncelli: se gli astensionisti votassero opterebbero per FdI

E in sostanza: per Fratelli d’Italia e Palazzo Chigi, il risultato del sondaggio è un’ulteriore indicazione di una base di consenso trasversale che si estende persino a chi potrebbe essere interpretato dal voto come un disilluso dalla politica. Con la leadership di Giorgia Meloni che dimostra di attrarre l’elettorato anche in contesti ipotetici di alta mobilitazione. Mentre la significativa prevalenza del M5S sul Pd tra gli astenuti evidenzierebbe in ultima analisi una difficoltà non da poco del Partito democratico nel mobilitare o intercettare le fasce di popolazione che rinunciano al voto.

In ultima analisi, poi, il sondaggio dimostra anche che l’astensione non è un vuoto inerte, ma un serbatoio di preferenze ben definite anche se latenti. Un “esercito silenzioso” che va sollecitato e indotto a rompere il silenzio. E a esprimere il proprio voto.

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di Ginevra Sorrentino - 3 Dicembre 2025