Il ddl passa ora al Senato
Il consenso informato passa alla Camera, patto di civiltà scuola-famiglia. Crisi isterica a sinistra: “E’ oscurantista”
Via libera della Camera con 151 voti a favore, 113 contrari e un astenuto al disegno di legge presentato dal Governo sul consenso informato in ambito scolastico. In base al quale le istituzioni scolastiche sono tenute a richiedere il consenso informato preventivo dei genitori o degli studenti, se maggiorenni, per la partecipazione a eventuali attività che riguardino temi attinenti all’ambito della sessualità; mettendo a disposizione per la necessaria visione il materiale didattico che si intende utilizzare per queste attività. Quest’ultime sono in ogni caso escluse per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria. Il testo passa ora all’esame del Senato.
Sinistra sulle barricate: subito un flash-mob dopo il voto
Tutte le forse di governo esultano: la collaborazione tra scuola e famiglia non è un ostacolo, ma una risorsa. Al contrario, le opposizioni salgono sulle barricate: il ddl Valditara è oscurantista, strillano in coro dal Pd per bocca della segretaria: “Siamo convinti che il ddl Valditara sia un passo indietro. Abbiamo votato contro perché l’Italia è uno dei sette paesi europei in cui non èobbligatoria l’educazione sessuo-affettiva. E’ grave vedere dei ministri che ci spiegano che l’educazione non serve a prevenire e che portino al voto leggi che vietano educazione sessuo-affettiva nelle scuole primarie e sostanzialmente” la rendono impossibile “nelle scuole secondarie”, dice Elly Schlein. Al termine della seduta della Camera ecco partire il flash-mob contro il ddl delle deputate e dei deputati del Pd, M5s, Avs, +Europa e Azione davanti all’ingresso principale di Montecitorio.
FdI: il ddl Valditara sancisce il patto educativo scuola-famiglia
“Anche oggi abbiamo dovuto assistere ad un discorso delirante del deputato Rossano Sasso, relatore leghista del ddl Valditara”, gridano in coro in un copia e incolla di dichiarazioni fatte con lo stampino dell’ideologia. Il ddl sul consenso informato è invece improntato al buon senso , fanno notare da FdI: “Questa legge restituisce alla famiglia il ruolo che le spetta e tutela i minori anche rispetto all’ideologia gender. Si tratta di una norma di buon senso, che ricalca i principi costituzionali e internazionali sulla priorità educativa dei genitori. La famiglia ha il dovere di vigilare e il diritto di sapere; ha il dovere di educare e il diritto alla libertà educativa”. Lo sottolinea la responsabile del Dipartimento Famiglia e valori non negoziabili del partito, Maddalena Morgante. A cui segue la riflessione di Elisabetta Gardini, vicecapogruppo di FdI alal Camera: “La scuola è una comunità educativa, non un laboratorio ideologico. Il consenso informato non limita la libertà di insegnamento, ma garantisce la libertà delle famiglie di scegliere, di sapere, di partecipare. È una misura di trasparenza e di rispetto, che tutela i genitori e i minori da percorsi imposti o da iniziative calate dall’alto, spesso su temi delicati come sessualità e identità di genere”.
Ok al consenso informato, scelta di civiltà
Ancora: “C’è chi parla di oscurantismo, ma i numeri raccontano un’altra verità. Nei Paesi dove da decenni l’educazione sessuale è diventata una materia obbligatoria, sin dai primi anni di scuola- penso ai modelli nordici- il numero dei femminicidi è più che doppio: talvolta triplo rispetto all’Italia. Dunque, non è affatto evidente che un certo tipo di educazione ‘progressista’ produca più rispetto, più consapevolezza o più sicurezza per le donne. Il vero antidoto alla violenza non è la precoce sessualizzazione dei bambini; ma una cultura del rispetto, della responsabilità e del valore della persona, che si costruisce insieme, in famiglia e a scuola, ciascuno nel proprio ruolo”, conclude Gardini. Con questo primo step alla Camera, il governo Meloni difende i genitori, valorizza il ruolo degli insegnanti e restituisce alla scuola italiana la sua missione originaria: formare cittadini liberi, non consumatori di ideologie.
Amorese: “Si introduce un sistema chiaro e regole certe”
“Il progetto di legge a mia prima firma, introduce finalmente un sistema chiaro di consenso informato per le attività extracurricolari -spiega il deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo in Commissione Cultura, Alessandro Amorese-: evitando che corsi e progetti entrino nelle classi senza adeguata informazione o controllo. Non si tratta di censure, ma di responsabilità e qualità dell’offerta scolastica. Con questa legge affermiamo una scuola che dialoga con le famiglie; offre regole certe ai docenti e accompagna gli studenti nella crescita con basi solide. Non seguendo mode passeggere ma valorizzando la serietà dell’educazione”.
Pro Vita e Famiglia: Ringraziamo il ministro Valditara
E’, invece quello che vorrebbe la sinistra che con il leader di Avs, Nicola Fratoianni, ribatte: “Questo provvedimento puzza, puzza di ipocrisia, di integralismo, di fondamentalismo. È un rigurgito antiscientifico”, obietta negando il principio ispiratore del testo. ProVita e Famiglia esulta: “È una giornata storica per la libertà educativa delle famiglie. Ringraziamo il ministro Valditara per essersi fatto promotore di questo provvedimento in Consiglio dei Ministri», dichiara Jacopo Coghe, portavoce dell’associazione. “Sono 13 anni che ci battiamo per introdurre nell’ordinamento scolastico il principio del consenso informato su temi intimi e sensibili: uno strumento liberale che aiuterà i genitori a conoscere, individuare e respingere in anticipo progetti inappropriati; che promuovono tra i minori il genere fluido, l’aborto, l’utero in affitto e una visione ideologica della sessualità.
A margine dell’approvazione hanno raggiunto la delegazione di Pro Vita & Famiglia presente di fronte alla Camera, i deputati Rossano Sasso (Lega), Maddalena Morgante, Grazia Di Maggio, Lorenzo Malagola e Alessandro Amorese (FdI). Lo scorso febbraio Pro Vita aveva lanciato la campagna nazionale: “Mio Figlio No – Stop Gender nelle Scuole” per chiedere al Governo di agire a tutela della libertà educativa dei genitori. E lanciando una petizione popolare che ha superato le 51.000 firme, consegnate ai capigruppo della Camera e al Presidente Lorenzo Fontana.