Esperti e sondaggi
Germania, l’aumento del salario minimo manderà a casa i lavoratori: la misura è un danno e non una soluzione alla crisi
Più di un’azienda su cinque, in Germania, prevede di tagliare posti di lavoro a causa dell’imminente approvazione del salario minimo, che arriverà a 13,90 euro a partire dal 1° gennaio 2026. Peraltro, secondo un sondaggio dell’Ifo, più di un quarto di queste aziende, ovvero il 28%, prevede investimenti minori. Insomma, parliamo di uno scenario che si prospetta spettrale sul versante economico. Ma le cattive notizie non finiscono qui, perchè secondo il sondaggio, Un’azienda su due prevede di aumentare i prezzi. Altre conseguenze, citate dagli intervistati, riguardano i minori profitti e ridotta competitività. Nel frattempo, il colosso dei media Rtl Germania taglierà circa 600 posti di lavoro nell’ambito di un programma di ristrutturazione, a causa della difficile situazione economica.
Germania, il salario minimo manderà a casa i lavoratori
“L’imminente aumento del salario minimo a cavallo tra l’anno rappresenta un aumento significativo dei costi salariali per le aziende interessate”, ha affermato Sebastian Link, ricercatore dell’Ifo. Poi ha aggiunto: “Le reazioni delle aziende mostrano che l’aumento del salario minimo è particolarmente dannoso nell’attuale fase di debolezza economica. Sebbene le aziende siano colpite in modo simile a quanto accaduto con l’ultimo grande aumento del 2022, un numero maggiore di esse prevede di tagliare posti di lavoro e investimenti”. In sostanza, l’aumento significativo del salario minimo dell’8,4% supera quello dei salari contrattuali generali, che dovrebbero aumentare solo del 3% nel 2026. Oltre il 37% delle aziende intervistante nello studio ha dichiarato di essere stato direttamente interessato dall’aumento del salario minimo.
Il declino strutturale dell’industria tedesca
“Il settore industriale tedesco vivrà un declino drammatico alla fine del 2025″. A dirlo non è un uomo qualunque, ma il presidente della Federazione delle industrie tedesche (Bdi ndr) Peter Leibinger, avvertendo che il governo di Berlino non sta agendo con sufficiente decisione. Un nuovo rapporto prevede infatti un calo della produzione industriale del 2% nel 2025. Questa situazione segnerebbe il quarto anno consecutivo di calo, mentre il contesto imprenditoriale tedesco sta affrontando la crisi più grave dalla fondazione della Repubblica Federale. “Non si tratta di un calo ciclico, ma di un declino strutturale”, ha proseguito Leibinger, aggiungendo che la base industriale tedesca sta costantemente “perdendo consistenza“.