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Foti: “I fondi di coesione non sono una questione solo di risorse, ma anche di responsabilità”. E striglia le regioni poco virtuose (video)

Scelte strategiche

Foti: “I fondi di coesione non sono una questione solo di risorse, ma anche di responsabilità”. E striglia le regioni poco virtuose (video)

Il ministro per gli Affari europei: "In questi dieci anni, tra il 2020 e il 2030, tra Pnrr e fondi di coesione nel loro insieme, abbiamo più di 320 miliardi di euro che planano sul territorio nazionale. Penso che siano un impatto che dovrebbe vedere tutti interessati". Fitto: "La politica coesione deve modernizzarsi, deve essere più flessibile e semplificata"

Politica - di Gabriele Alberti - 11 Dicembre 2025 alle 14:14

Il governo Meloni ha portato a termine tutti i progetti finanziati dai fondi di coesione, dopo anni di notevoli ritardi, riportando la politica di Coesione al centro dell’agenda nazionale. Nell’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera prosegue il seminario apertosi mercoledì con al centro una profonda riflessione sull’ Italia delle comunità, l’Europa dei territori: il tutto corredato da numeri, strategie e obiettivi futuri. “In questi tre anni è stato avviato un percorso di profondo rinnovamento, orientato al rafforzamento delle capacità amministrative, alla messa a disposizione di risorse adeguate e all’attuazione di riforme strutturali. L’obiettivo è quello di superare un approccio meramente compensativo e affermare una politica pienamente orientata ai territori, capace di valorizzarne le peculiarità e di sostenerne le traiettorie di sviluppo“. Questo l’incipit della relazione de ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Pnrr Tommaso Foti che ha aperto il seminario nel quale si sono avvicendati studiosi e amministratori di regioni.

Coesione, Foti: Riequilibrare le situazioni all’interno dei territori

“Un’interessante occasione di confronto sul tema della coesione, uno dei temi dell’agenda futura europea per l’importanza che riveste nel cercare di riequilibrare situazioni all’interno dei territori che vedono regioni necessitare interventi per avere situazioni infrastrutturale e sociale pari a quelle delle regioni più avanzate -ha detto Foti-.  Non è soltanto un problema di risorse ma anche di qualità della spesa e dei soggetti. Come Italia dobbiamo essere capaci di captare le risorse preassegnate, nella presentazione di progetti direttamente a Bruxelles. La coesione è fondamentale nel momento in cui vediamo il calo demografico e quando vediamo, soprattutto nel sud, tanti giovani abbandonare l’Italia. Serve una politica di coesione forte per garantire il diritto dei giovani a restare”.

Foti: “Dalle Regioni la riprogrammazione dei  fondi coesione è poco esaltante”

Il tema è caldo e se ne parla anche all’assemblea della Coldiretti, alla cui platea il ministro per gli Affari regionali Tommaso Foti  non ha nascosto le criticità. “Domani – ha annunciato- avrò una cabina di regia con tutti i presidenti di Regione: perché nel mese di giugno è  stata data loro la possibilità di riprogrammare le risorse assegnate. Anche il vicepresidente Fitto aveva rilevato che i programmi regionali sulla coesione erano molto indietro nella programmazione e quasi all’anno zero nella spesa. Devo dire che la riprogrammazione comunicata finora dalle regioni è francamente poco esaltante”. Così Foti nella seconda giornata del seminario non ha potuto non dare una stoccata alle regioni poco virtuose”. Molto critico il ministro: ‘E’ stata offerta alle amministrazioni – ha aggiunto Foti – la possibilità di indirizzare i fondi anche su altre voci. A mio avviso, le due principali sono l’housing sociale e la questione idrica. Ma le Regioni si sono limitate, con la calcolatrice, ad arrivare al minimo del 10% necessario per non perdere le spese da rendicontare entro il 31/12/2025 – poi diventato 31/12/2026 -. Evitando così di perdere fondi, ma senza fare nulla di più”.

Pnrr, Foti: Le scelte strategiche non finiscono con il Pnrr

“Sarebbe un errore fondamentale pensare che alcune delle scelte strategiche finiscono col Pnrr – ha detto poi Foti, chiudendo il seminario: ‘Coesione Italia-L’Italia delle comunità, l’Europa dei territori’- Sarà alla capacità della politica e alla capacità dei soggetti, ovviamente, che abbiamo sentito in questi giorni proseguire su alcuni temi”. Ad esempio la digitalizzazione, che “è un processo in divenire. Noi abbiamo fatto dei passi da gigante: perché se vediamo dove siamo partiti prima del Pnrr, dove siamo arrivati oggi, ci rendiamo conto che i 49 miliardi di investimento sulla digitalizzazione qualche segno l’hanno lasciato. Però non è che poi il 30 di giugno 2026 spegniamo le luci e magari le riaccendiamo il primo gennaio del 2030”.

Coesione, Foti: “La filiera istituzionale va registrata”

“Noi -ha sottolineato ancora l’esponente dell’Esecutivo- siamo un Paese strano che quando facciamo delle cose belle, dobbiamo dire che ugualmente le stiamo sbagliando. Io non ho mai capito questa impostazione, che non mi appartiene: perché sembra quasi che il fatto che il Pnrr italiano vada bene per qualcuno sia una iattura, ma non è così. È un Pnrr che ha attraversato tre Governi. Ognuno ha dato un’impronta. L’impronta che ha dato l’ultimo Governo che l’ha gestito è un’impronta per la quale, alla luce anche, scusatemi, di alcune vicende che non erano prevedibili prima, ha voluto o ha cercato di adeguare quel Pnrr a quelle che potessero essere le migliori utilizzazioni delle risorse da parte dell’Italia”. “Quello che secondo me è importante rilevare -ha poi spiegato Foti- è che noi in questi dieci anni, tra il 2020 e il 2030, tra Pnrr e fondi di coesione nel loro insieme, abbiamo più di 320 miliardi di euro che planano sul territorio nazionale. Penso che siano un impatto che dovrebbe vedere tutti interessati, anche perché i Governi poi si succedono. Non è che uno possa pensare se arrivo io, allora queste risorse sono mie, no, sono frutto di un processo. La filiera istituzionale va un attimo registrata – ha sottolinenato Foti in relazione ai processi di governance della politica di coesione – è importante che i livelli istituzionali un attimo si allenino”.

Fitto: “La politica coesione deve modernizzarsi, deve essere più flessibile e semplificata”

Al seminario è intervenuto Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, rilevando come la ”rigidità dei bilanci pluriennali che abbiamo conosciuto in generale e in particolare per la coesione negli anni scorsi, non può accompagnarci per i prossimi anni: perché saremmo fuori dal mondo. La politica di coesione ha bisogno di adeguarsi, di modernizzarsi e di essere molto più flessibile e semplificata per poter difendere” gli obiettivi. Che sono quelli della ”riduzione delle disparità territoriali”. Fitto ha fatto poi un’ulteriore riflessione:

L’Europa è un ”continente fatto di 450 milioni di persone. Se noi riusciamo concretamente a lavorare per semplificare il livello burocratico interno, ad abbattere le barriere del mercato interno”, insieme a un ”rafforzamento della dimensione esterna con le altre realtà a livello mondiale, l’Europa può svolgere un ruolo importante: dove gli elementi regolatori, che vanno contenuti, vanno tenuti però in considerazione. Perché alla fine il punto di caduta è quello del rispetto di alcuni principi e valori democratici fondamentali”. Più flessibilità e semplificazione, è l’auspicio: ”Dobbiamo confrontarci con tutti, essere al passo con i tempi, essere nel contesto mondiale, ma non dimenticare che alcuni valori fondanti, a partire dai principi democratici, sono valori ai quali noi non possiamo in alcun modo rinunciare, che più di qualche volta hanno una loro complessità, hanno un loro costo, ma hanno un valore assoluto che fa sì che noi possiamo svolgere anche nel futuro un ruolo decisivo”.

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