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Fini e Sarkozy, vite (politiche) parallele di due protagonisti di inizio secolo tornati sulla scena politica

L'intervento

Fini e Sarkozy, vite (politiche) parallele di due protagonisti di inizio secolo tornati sulla scena politica

Politica - di Andrea Verde - 15 Dicembre 2025 alle 13:41

Ex alleati all’inizio del secolo, Fini e Sarkozy sono tornati protagonisti della scena politica grazie a due eventi: il ritorno di Fini ad Atreju e l’uscita del libro “Il giornale di un prigioniero”, che segna il ritorno di un nuovo Sarkozy, più libero che mai, che partendo dal suo calvario giudiziario, analizza l’attuale crisi francese. Il tempo è galantuomo ed ha cancellato brutti ricordi, polemiche e dissapori. Il dibattito con Rutelli è stato l’occasione per ripercorrere, trentadue anni dopo, la fine della prima Repubblica. Le elezioni del Sindaco di Roma del 1993 (le prime a suffragio universale) rappresentarono uno tsunami politico con la clamorosa qualificazione di Gianfranco Fini al ballottaggio perso poi contro Rutelli.

Ascesa

Due anni dopo ci fu la svolta di Fiuggi da cui nacque Alleanza Nazionale. Fini creò una forza di destra conservatrice ed europeista, capace di assumere responsabilità di governo. Cambiarono anche le alleanze a livello internazionale. In un celebre articolo su “Le Figaro”, Fini annunciò la rottura politica con Jean Marie le Pen e con il Front National e la svolta gollista che lo porterà a stringere un forte sodalizio con Nicolas Sarkozy, astro nascente della politica francese. Il 2007 fu l’anno della discesa in campo di Sarkozy nell’elezione presidenziale che lo vedrà vittorioso contro Ségolène Royal. In Italia si guardò con interesse alla “rottura sarkozysta”. Fini scrisse la prefazione del manifesto politico di Sarkozy “Testimonianza” e il think tank finiano “Farefuturo” seguì con attenzione tutto il quinquennio sarkozysta.

Caduta

Ebbero entrambi cadute rovinose: nel 2012 Sarkozy venne sconfitto di misura da Hollande e Fini pagò a caro prezzo l’errore di aver sciolto Alleanza Nazionale, uscendo di scena l’anno seguente. Iniziò per entrambi una lunga traversata nel deserto affrontata con dignità, senza lamentele, che li ha plasmati nel volto e nel fisico dando loro uno sguardo virtuoso: entrambi hanno ancora molte cose da dire. Non si sono mai presentati come vittime ma come lottatori esperti sia pure con temperamenti diversi. Fini ha scritto un messaggio di solidarietà a Sarkozy pochi giorni prima della sua incarcerazione. Significativa la presenza di Fini all’incontro con Abu Mazen, conosciuto vent’anni prima: “Abu Mazen è l’unica alternativa ad Hamas” e la sua presenza dimostra “quanto fosse fasulla la tesi secondo cui la destra non ha a cuore le sorti del popolo palestinese” ha dichiarato Fini.

Il fallimento del macronismo

Il macronismo ha fallito la sua missione: ha indebolito le due grandi famiglie politiche che hanno dominato lo scenario della V Repubblica, quella gollista e quella socialista a tutto vantaggio degli estremi. Il centro si è sfaldato, non è mai nato un partito del Presidente. Il macronismo non è mai riuscito a radicarsi nella Francia profonda e il desiderio di accontentare tutti ha finito per scontentare tutti. La destra per vincere, secondo Sarkozy, deve rompere con il passato recente e coalizzarsi. I francesi vogliono sbarazzarsi di tutti coloro che sono attualmente al potere. Siamo in uno di quei periodi che la Francia ha spesso vissuto: sembra che i francesi pensino solo a rovesciare il sistema. Protesto, dunque sono: questo è il credo!

Italia e Francia

Gianfranco Fini ha riconosciuto a Giorgia Meloni il merito di aver ricostruito una storia ed una famiglia politica e di aver dato all’Italia stabilità e credibilità internazionale. Situazione opposta in Francia dove il caos regna sovrano. Sarkozy reputa la situazione grave e guardando alla storia, pensa che la Francia sia sull’orlo di un cambio di regime. I secoli passati hanno dimostrato che, in Francia, i cambi di regime non si sono mai verificati senza violenza. Così, il ritorno al potere del generale de Gaulle nel 1958 non sarebbe mai avvenuto senza la guerra d’Algeria e la violenza che l’ha accompagnata.

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di Andrea Verde - 15 Dicembre 2025