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Fini ad Atreju, un ritorno inclusivo: l’idea della destra come popolo in cammino che rinnova se stesso

L'analisi

Fini ad Atreju, un ritorno inclusivo: l’idea della destra come popolo in cammino che rinnova se stesso

Il commento - di Carmelo Briguglio - 10 Dicembre 2025 - AGGIORNATO ALLE 17:39

Ognuno può vederlo come vuole, questo ritorno di Gianfranco Fini ad Atreju, dopo tre lustri di assenza. Un Amarcord di ciò che la destra è stata, soprattutto nella memoria di una generazione che si è formata al tempo di Alleanza nazionale. O anche la ricucitura di uno strappo sentimentale, ancor prima che politico. O persino la fine di un lungo autodafé concluso con un dignitosissimo mea culpa. Forse é un mix di queste versioni. Per me – che col libro “Quella meteora a destra” (mi scuso dell’auto-citazione), ho cercato di dare alcune chiavi di lettura, anche critiche e autocritiche, della parabola finiana – la rentrée di Fini é soprattutto un momento di ricomposizione della storia della destra; rispetto alla quale la rupture di Futuro e libertà fu la reazione – fuori misura, sbagliata – alla ybris che, insieme a grandi qualità, caratterizzò la personalità fortissima di Silvio Berlusconi

L’ idea unitaria della destra come popolo in cammino

Al lume di una visione transpolitica – per dirla con De Felice e Del Noce – é possibile scorgere la via della “right” all’italiana che precede il berlusconismo, oltrepassa la stagione finiana e porta alla destra contemporanea che oggi guida il governo della Repubblica con Giorgia Meloni. La mia password interpretativa è l’idea “lunga” della “droite” come popolo in cammino, il quale rinnova se stesso col fluire di leve e classi dirigenti: un movimento storico-politico unitario che, legato da un “filo rosso” antropologico e ideale, si è inverato nella successione di più forme-partito: Msi, An, fino a Fratelli d’Italia  (passando per l’ “eresia” di Fli e ancor prima della scissione di Democrazia nazionale); un percorso speculare, nel campo della sinistra, alla filiera Pci, Pds, Prc, Ds, Pd. Nel filone della “rive droite”, va pure annotato che la destra parlamentare ha avuto pochi leader: in tutta la storia repubblicana si contano quasi sulle dita di una mano; dai capi “antenati” ad Almirante, a Rauti, a Fini, per arrivare alla prima leader-premier con Giorgia Meloni; è un ulteriore dato di unicità, miscelato a cambiamenti, a evoluzioni, al divenire di una “traditio” il cui svolgimento si é però sempre mantenuto all’interno del circuito democratico e del rispetto della Costituzione.

La storicizzazione dell’ex leader di Alleanza nazionale

Ad Atreju, Gianfranco Fini, col suo fatturato di meriti e di errori, è stato trattato – va riconosciuto alla classe politica meloniana, registi Giovanni Donzelli e Arianna Meloni – col rispetto dovuto a un leader essenziale per la nascita della destra di governo. E l’evento – perché tale è stato il suo duetto con Francesco Rutelli –  segna la storicizzazione della figura e dell’opera politica dell’ex presidente di Alleanza nazionale: le Tesi di Fiuggi (1995) e la visita a Gerusalemme (2003) sono il suo heritage più importante, che dà forza e piena legittimazione alla destra che guida il governo, con  Giorgia Meloni a Palazzo Chigi; soprattutto per difendersi dall’antistorica, non dismessa, “diabolization” da parte del mondo progressista. La tavola dei valori di Fiuggi è oggi patrimonio permanente di tutta la community degli italiani di destra, della cultura politica nazionale, della storia della Repubblica.

Fini rientra nell’album di famiglia: un atto inclusivo e generoso

Giorgia Meloni e Fdi ne continuano, accrescendola, la tradizione a un livello istituzionale più alto e con responsabilità pubbliche più impegnative: la lealtà europea ed atlantica, la determinazione nella difesa delle ragioni di Kiev; la “decolonizzazione” della destra (e dell’Italia) col Piano Mattei, la lotta all’antisemitismo e le buone relazioni col mondo ebraico; una lettura non reticente del fascismo: sono uno sviluppo intelligente e innovativo di quel lascito. Con la presenza ad Atreju, accolta con plauso e consenso, Gianfranco Fini rientra a pieno titolo nell’album di famiglia, politico ed emotivo, della destra. E’ un atto di merito, inclusivo e generoso; che aiuta la destra di oggi, anche oltre i confini della destra.

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di Carmelo Briguglio - 10 Dicembre 2025