È morta Sophie Kinsella, icona pop che ha sublimato nell’ironia la resilienza delle donne, insegnando a ridere di tic e cliché
La scrittrice britannica ha rappresentato il volto leggero, ma dai connotati forti, della narrativa femminile segnando e raccontando con ironia un'epoca, non solo editoriale...
Una notizia triste anche se annunciata: è morta Sophie Kinsella, la seguitissima scrittice britannica autrice di una saga che ha fatto epoca (e non solo in campo editoriale). La scrittrice, che si è spenta a due giorni dal sui 56simo compleanno, lascia l’amato marito Henry Wickham, che conobbe la prima sera all’università, e con cui si sposarono giovanissimi, quando lei aveva solo 21 anni. Insieme hanno avuto cinque figli: Freddy, Hugo, Oscar, Rex e Sybella. Una famiglia che la scrittrice ha sempre voluto proteggere e tenere lontana dai riflettori, e che è rimasta al suo fianco durante tutta la malattia.
È morta Sophie Kinsella, il volto leggero, ma dai connotati forti, della narrativa femminile
Per generazioni di lettori è stata una iniezione di ottimismo. L’antidoto a cliché e diktat della modernità ingabbiata in schemi comportamentali e vizi privati e pubbliche virtù. Una ventata d’aria fresca che ha fatto soffiare dell’anti-conformismo più leggero e al tempo stesso più roboante che mai. E oggi che Sophie Kinsella, l’amatissima scrittrice britannica della serie di romanzi I love shopping, non c’è più, un mondo di lettori – e di cultori della sua visione della vita, tic e manie comprese – non può non sentirsi più solo e abbandonato.
L’autrice britannica, che lascia un grande vuoto nell’universo della narrativa femminile – quella fatta di spunti semplici con cui enucleava tematiche complesse, affrontate con soavità di toni e stile soavemente dissacrante – era malata di glioblastoma dal 2022: una diagnosi rivelata pubblicamente soltanto nell’aprile 2024. Da allora aveva continuato a scrivere, a comunicare con i lettori e a mostrarsi, come sempre, con quella combinazione di ironia e delicatezza che ha fatto la fortuna dei suoi libri.
Lo struggente annuncio della sua famiglia
La notizia della morte è stata diffusa dalla famiglia sui social oggi, 10 dicembre, due giorni prima del suo 56esimo compleanno. «Siamo addolorati nell’annunciare questa mattina la scomparsa della nostra amata Sophie (alias Maddy, alias Mamma). È morta serenamente, trascorrendo i suoi ultimi giorni con i suoi veri amori: la famiglia, la musica, il calore, il Natale e la gioia. Non possiamo immaginare come saranno le nostre esistenze senza la sua radiosità e il suo amore per la vita. Nonostante la malattia, sopportata con un coraggio inimmaginabile, Sophie si considerava davvero fortunata: aveva una famiglia e degli amici così meravigliosi. E aveva avuto lo straordinario successo della sua carriera di scrittrice. Non dava nulla per scontato, ed era eternamente grata per l’amore ricevuto. Ci mancherà tantissimo, i nostri cuori sono spezzati».
Addio a una scrittrice che ha segnato (e raccontato con ironia) un’epoca
Sì, perché Sophie Kinsella è stata una voce unica nella narrativa contemporanea: amica ideale per milioni di lettrici e lettori, confidente ironica e complice di risate e lacrime. Le sue opere hanno venduto più di 45 milioni di copie nel mondo e sono state tradotte in oltre 40 lingue. Il suo nome resta indissolubilmente legato alla saga di I Love Shopping (Mondadori): un fenomeno globale che ha ridefinito il chick lit del nuovo millennio – un genere letterario che racconta le vite delle donne moderne, spesso tra i 20 e i 40 anni, che vivono in grandi città, affrontano problemi di carriera, amicizia e soprattutto amore, usando uno stile leggero, umoristico e spesso irriverente, concentrandosi sulle loro avventure e insicurezze quotidiane con cui molte si possono immedesimare – e trasformato una giovane giornalista finanziaria con la passione per gli acquisti compulsivi in una vera icona pop.
Sophie Kinsella, l’autrice ha impattato “con leggerezza” sulla cultura pop
Sophie Kinsella ha avuto un impatto enorme sulla cultura pop e sulla narrativa rosa contemporanea. Il suo stile, divertente e brillante, ha definito un genere, ma soprattutto ha reso possibile raccontare la complessità dell’identità femminile con una voce nuova, fresca e lontana da abusati stereotipi. Le sue protagoniste non sono donne perfette: sono goffe, impacciate, emotive, spesso sopraffatte dalle circostanze o vittime delle loro insicurezza. Ma sono anche generose, intelligenti. E, soprattutto, resilienti. Un valore che Sophie Kinsella ha sempre rivendicato e rilanciato in pagine e pagine di racconti con orgoglio. Sostenendo che fosse «il modo più realistico di rappresentare donne con molte sfaccettature, capaci di essere intelligenti e insieme buffe, ambiziose e pasticcione, delicate e tenaci».
Il vero nome, gli studi, la famiglia d’origine
Nata con il nome di Madeleine Sophie Wickham a Londra il 12 dicembre 1969, Sophie Kinsella era la primogenita di David R. Townley e Patricia B. Kinsella. Cresciuta in una famiglia vivace, diventò presto un punto di riferimento per le sue due sorelle, Abigail e Gemma. Proprio quest’ultima, Gemma Townley, avrebbe seguito anni dopo le sue orme, diventando a sua volta una scrittrice. Dotata di una forte sensibilità eclettica, Kinsella studiò prima musica, poi filosofia, politica ed economia al New College di Oxford. Subito dopo la laurea lavorò come giornalista finanziaria, un’esperienza che lei stessa definì «piuttosto noiosa», ma che negli anni avrebbe fornito materiale prezioso per i personaggi e le situazioni dei suoi romanzi.
Il debutto nella narrativa, i primi successi della sua carriera
La sua carriera letteraria iniziò a 24 anni, quando scrisse e pubblicò il primo romanzo, A che gioco giochiamo? (1995, pubblicato in italiano da Mondadori, come tutti i suoi libri). Seguirono Affari d’oro (1996), Begli amici! (1997), La signora dei funerali (1998), Una ragazza da sposare (1999), La compagna di scuola (2000) e Vacanze in villa (2001). Erano libri firmati con il suo vero nome, Madeleine Wickham: romanzi corali, più seri e meno brillanti, spesso legati a temi familiari e sociali, accolti positivamente dalla critica ma ancora distanti dal boom che l’attendeva.
Sophie Kinsella e la svolta: dallo pseudonimo al cambio di passo letterario
Il 2000 fu l’anno della svolta: Wickham scelse di presentare alla casa editrice un nuovo manoscritto sotto pseudonimo, senza rivelare di esserne l’autrice. Il nome scelto – Sophie Kinsella – univa il suo secondo nome al cognome da nubile della madre. Quel romanzo era The Secret Dreamworld of a Shopaholic, pubblicato in Italia come I Love Shopping. Protagonista è Becky Bloomwood, una giovane giornalista con un’inclinazione patologica allo shopping, capace di infilarsi nelle situazioni più assurde e di cavarsela sempre con un sorriso e un pizzico di malizia. Il romanzo fu un successo immediato. Kinsella aveva trovato una voce nuova, la sua vera voce e la sua inimitabile vocazione: brillante, ironica, disarmante. Becky Bloomwood non era solo una figura comica, il ritratto in chiaroscuro di una giovane rampante, ma non troppo, seducente ama anche goffa, bella ma insicura. Ma, soprattutto, il ritratto affettuoso delle contraddizioni di una generazione.
Da quel primo libro nacque una delle saghe più amate del nuovo millennio: I Love Shopping a New York (2001), I Love Shopping in bianco (2002), I Love Shopping con mia sorella (2004), I Love Shopping per il baby (2007), I Love Mini Shopping (2010), I Love Shopping a Hollywood (2014), I Love Shopping a Venezia (2014), I Love Shopping a Las Vegas (2016), I Love Shopping a Natale (2019). Una vera e propria saga. O meglio, un decalogo che è anche l’album fotografico di intere generazioni che leggendo i suoi libri non potevano far altro che riconoscersi in quelle istantanee e ridere di loro stessi.
Non a caso i romanzi della serie sono diventati bestseller internazionali e sono arrivati ovunque: nelle spiagge, nelle metropolitane, nei bagagli delle vacanze, nei comodini di chi cercava una lettura leggera ma non banale, capace di regalare un sorriso dopo una giornata pesante.
E, sempre non per caso, nel 2009 Hollywood portò la storia sul grande schermo con Confessions of a Shopaholic (in Italia I Love Shopping), film con Isla Fisher e Hugh Dancy, ulteriore conferma dell’incredibile popolarità della saga.
Il doppio fronte editoriale dei romanzi indipendenti
Eppure, Sophie Kinsella non si è fermata lì: al successo di una saga e al racconto, ironico e sferzante, di una femminilità alle prese con un mondo maschile complesso da decriptare. Infatti, sebbene la serie di I Love Shopping fosse il suo marchio più riconoscibile, Kinsella non si è mai limitata a replicare la formula del successo. Parallelamente, infatti, la scrittrice ha pubblicato una serie di romanzi indipendenti, che hanno conquistato un pubblico ancora più vasto.
Tra i più noti: Sai tenere un segreto? (2003), La regina della casa (2005), Ti ricordi di me? (2008), La ragazza fantasma (2009), Ho il tuo numero (2012), Fermate gli sposi! (2013), La mia vita non proprio perfetta (2017), Sorprendimi! (2018), La famiglia prima di tutto! (2019), Amo la mia vita (2020), Attenti all’intrusa (2021), Sono esaurita (2023), Cosa si prova (2024). Tesi in cui emerge una scrittrice matura, capace di affrontare temi intimi e profondi, pur mantenendo la sua inconfondibile leggerezza. Ansia, burnout, crisi personali, relazioni familiari difficili: Kinsella aveva una straordinaria capacità di trasformare le fragilità quotidiane in storie che abbracciavano il lettore.
E non è ancora tutto. Perché accanto alla narrativa per adulti, Kinsella ha scritto anche per i più giovani. Nel 2015 pubblicò Dov’è finita Audrey, un romanzo dedicato al tema dell’ansia adolescenziale. Successivamente creò la serie per bambini Io e Fata Mammetta, composta da tre volumi usciti tra il 2018 e il 2019. Questa versatilità ha consolidato la sua reputazione come una scrittrice capace di parlare a generazioni diverse con la stessa empatia.
La malattia
Poi, il sipario comincia a calare sulla sua vita e sulla sua carriera. Nel 2022 la scrittrice aveva ricevuto la diagnosi di glioblastoma, una delle forme più aggressive di tumore cerebrale. Fu sottoposta a intervento chirurgico, seguito da cicli di chemio e radioterapia. La notizia venne resa pubblica soltanto nell’aprile 2024, quando Kinsella scelse di condividere la propria battaglia con i lettori attraverso un messaggio intenso e commovente. Poi, nonostante la malattia, continuò a scrivere, trovando nella letteratura una forma di forza e di resistenza. Non per niente, il suo ultimo romanzo, Cosa si prova, pubblicato nel 2024, è stato interpretato da molti lettori come una riflessione velata sulla sua condizione. Un modo per affrontare con serenità e lucidità, un momento doloroso culminato nell’addio di oggi.